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Con l’uscita del Regno Unito dalla Ue, per la convinzione totale di Boris Johns,  nel mesi di gennaio Amsterdam è diventata il più grande centro di scambio di azioni d’Europa, aumentando il suo valore azionario di circa quattro volte il valore di quelle scambiate quotidianamente rispetto al 2020 e superando Londra, che per decenni era stata il più grande e importante mercato finanziario europeo.

La notizia arriva direttamente dal Finacial Times che mette in risalto in prima pagina il cambiamento finanziario dovuto alla Brexit, a causa di un mancato accordo tra Regno Unito e Unione Europea. Da quando è entrata in vigore Brexit, infatti sui mercati finanziari britannici non è più possibile comprare o vendere titoli denominati in euro e questo ha provocato un immenso spostamento di transazioni da un mercato finanziario all’altro.

Nel mese di gennaio il valore totale delle azioni scambiate ad Amsterdam (nella borsa di Amsterdam, che si chiama Euronext, e in altri mercati finanziari alternativi, come CBOE e Turquoise) è passato da una media 2,6 miliardi di euro al giorno nel 2020 a 9,2 miliardi. Nel frattempo, lo stesso valore a Londra è passato da 17,5 miliardi di euro a 8,6 miliardi. Anche altre borse di paesi dell’Unione Europea, soprattutto quelle di Francoforte e Parigi ma anche in piccola parte quelle di Milano e di Dublino, hanno visto aumenti delle transazioni abbastanza consistenti.

Non è ancora possibile quantificare i danni che lo spostamento delle transazioni provocherà sul sistema finanziario del Regno Unito. Alcuni analisti britannici sostengono che il sorpasso di Amsterdam sia soprattutto simbolico, e che non ci saranno conseguenze significative né sui posti di lavoro nel settore finanziario londinese né sulla quantità di tasse che lo stato britannico è in grado di incassare sulle transazioni finanziarie, e che l’anno scorso erano ammontate a 76 miliardi di sterline.

C’è anche la possibilità che il primato di Amsterdam non duri a lungo: a partire dalla fine di gennaio, a Londra sono cominciate le contrattazioni dei titoli di aziende svizzere come Nestlé e Roche, che sono attualmente vietati sui mercati dell’Unione Europea sempre a causa della mancanza di un regime di equivalenza. Le transazioni dei titoli svizzeri per ora valgono una media di 250 milioni di euro al giorno.

Sempre nel Regno Unito, alcuni commentatori sostengono perfino che questo cambiamento potrebbe essere positivo, perché consentirebbe al mercato finanziario di Londra di essere meno dipendente dall’Unione Europea e di internazionalizzarsi. Londra, in ogni caso, rimane il primo mercato in Europa per la compravendita di altri prodotti finanziari come i derivati, benché anche in questo campo ci sia movimento: Intercontinental Exchange, un mercato le cui transazioni giornaliere ammontano a un miliardo di euro e che si occupa di scambio di emissioni di anidride carbonica, ha già detto che nel giro di qualche mese si trasferirà da Londra ad Amsterdam.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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