Un quadro ancora “in chiaroscuro”, con “un lento ma progressivo miglioramento della situazione”. Con queste parole il Primo presidente della Cassazione Pietro Curzio ha aperto il nuovo anno giudiziario, a Roma nella sede della Corte, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, presentando la relazione sulla amministrazione della giustizia nel 2022. I dati relativi all’anno appena trascorso confermano il “quadro già descritto nelle precedenti relazioni”.

Molte delle valutazioni fatte un anno fa “devono essere riproposte e delineano il consolidarsi di alcune tendenze. ”Continua il processo di riduzione del contenzioso, tanto civile che penale“, ha sottolineato Curzio. “Il numero dei processi civili pendenti al 30 giugno 2022 è di 2.881.886 unità, con una decrescita del 7,2% rispetto al 2021. Quello dei processi penali è di 2.405.275 unità, in questo caso la decrescita è del 4,5%”.

Il fatto importante “è che la riduzione delle pendenze è dovuta al saldo positivo – ha sottolineato Curzio – tra sopravvenienze e definizioni dei giudizi: tanto nel civile che nel penale si è deciso un numero di cause superiore a quello delle sopravvenute. Si sta dunque lentamente ma progressivamente riducendo l’arretrato“.

In calo gli omicidi

Un dato significativo, indicato nella relazione,  è quello relativo al numero degli omicidi: “Nel corso degli anni Novanta del Novecento gli omicidi in Italia erano circa 1900 ogni anno, in parte cospicua commessi da esponenti della criminalità organizzata”, negli ultimi 5 anni si sono ridotti a 300 e nel 2022 sono stati 310: “si tratta di un dato cruciale perché colloca l’Italia tra i paesi più sicuri in Europa e a fortiori nel mondo”, sottolinea il Primo presidente della Cassazione, evidenziando “l’efficienza del sistema” per cui negli ultimi 30 anni l’accertamento degli autori di omicidi è passato dal 40% degli anni Novanta al 73% del 2016, “percentuale che tende a crescere”.

Femminicidi: 122 donne uccise da partner o ex, ombra inquietante

“Un’ombra inquietante rimane per il fatto che circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari ed affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner – ha rilevato Curzio – Il dato è ormai costante, anche se proprio nell’anno appena concluso in leggera flessione”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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