Nessun accordo ieri sulla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. Oggi ci sarà un nuovo incontro tra le forze di maggioranza e il ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Questo ennesimo slittamento mette in “serio pericolo l’approdo del testo in aula subito dopo Pasqua. ”Speravo di poter mantenere l’impegno di portare la riforma in Aula il 19 aprile. Vediamo cosa accadrà alla riunione che si terrà tra poco, ma a questo punto mi sembra molto irrealistico”, ha detto il presidente della commissione Giustizia Mario Perantoni. Eppure il testo emendativo del governo al ddl originario di Bonafede era stato approvato all’unanimità nel Consiglio dei ministri dell’11 febbraio. Ma sui punti nevralgici, in testa la legge elettorale del Csm e il numero di passaggi tra giudicanti e requirenti, l’accordo sembra ancora lontano.

La riunione che si è tenuta nella giornata di ieri tra Cartabia e i capigruppo di maggioranza era stata interrotta attorno alle 14. Due i motivi: fare valutazioni tecniche e consentire a Lega e Forza Italia di confrontarsi con i rispettivi vertici sulle ipotesi di accordo emerse durante la mattinata, soprattutto in merito alla legge elettorale del Csm. Si sarebbe dovuto riprendere alla 17, ma non si è riusciti ad avere riposte dai plenipotenziari della Lega, Matteo Salvini e Giulia Bongiorno, in aula a Palermo per il processo Open arms. “Con tutti i problemi che sta vivendo il Nostro paese passare una giornata intera di lavoro nel tribunale dove vengono processati i Mafiosi è vergognoso, dal mio punto di vista” ha dichiarato il leader leghista a margine dell’udienza.

Riguardo a Forza Italia sono emerse perplessità sull’idea del sorteggio nella formazione dei collegi, siano essi composti dai distretti di Corte d’Appello o dalle regioni italiane. “I nostri punti fermi sono tre – sottolinea il coordinatore azzurro mentre si reca alla convention del partito – : separazione delle funzioni; fine della stagione delle porte girevoli, basta con i magistrati che fanno i politici e poi ritornano a fare i magistrati; vera riforma del sistema elettorale del Csm per evitare che le correnti continuino a condizionare la giustizia”. E conclude: “La persecuzione contro il Presidente Berlusconi ha recato gravi danni alla democrazia del nostro paese, questo è inaccettabile”.

Secondo i dem Anna Rossomando e Walter Verini “in questi giorni è stato fatto un lavoro paziente per tenere insieme la maggioranza. E ora che siamo arrivati davvero all’ultimo miglio per chiudere l’accordo, la Lega non ci ha fatto ancora sapere le sue valutazioni”. Il deputato di Italia Viva, Cosimo Ferri ha spiegato che: “La ministra è stata cortese nell’ascolto, ma non disponibile nella sostanza e ha chiaramente fatto capire di voler andare avanti senza di noi, ne prendiamo atto. Una riforma che premia il peso delle correnti e mette in difficoltà chi vuole rimanere fuori dal sistema e pensare solo al lavoro”.

Critica nei confronti di questa riforma anche l’Anm. Il Presidente Giuseppe Santalucia sottolinea come “un sistema democratico ha bisogno di una magistratura libera e non impaurita. Spero ci sia ancora tempo per correggere le storture di questa riforma”. E avverte che se arriverà l’approvazione in aula alla Camera subito dopo Pasqua le toghe sono pronte a incrociare le braccia e scioperare. “Mi auguro fortemente che la magistratura non sia costretta a indirne uno come non succedeva dai tempi del governo Berlusconi”. Siamo molto, molto preoccupati. Confidiamo che il Parlamento si accorga in tempo di quanto il ddl che stanno costruendo nelle riunioni di maggioranza e in commissione giustizia riporterà la magistratura al periodo pre-costituzionale”, dice a Repubblica Santalucia che ha già convocato lo stesso giorno previsto per l’approdo in aula della riforma Cartabia il parlamentino Anm “per far sentire l’allarme dei magistrati”.

“Dietro le parole d’ordine della meritocrazia e delle valutazioni di qualità – denuncia Santalucia – si nasconde la voglia di gerarchizzare tutti i magistrati, fare sentire loro il timore della soggezione ai capi e allo stesso Csm, che vedrà messa in pericolo la funzione di garanzia che la Costituzione gli assegna”. D’altra parte, a giudizio del presidente dell’Anm “C’è più di un aspetto critico che fa oscillare la futura legge tra il pre-costituzionale e l’incostituzionalità piena”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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