PAOLO MARAZZINI PRESIDENTE ACCADEMIA DELLA CRUSCA

Una curiosa coincidenza quella dell’Accademia della Crusca che festeggia il suo compleanno il 25 marzo, proprio lo stesso del Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri e istituita nel 2020.
Per la Crusca, la costituzione ufficiale risale al 25 marzo del 1585, ma già due anni prima si era svolta una prima adunanza dei fondatori per parlare di leggi e di statuti.

L’obiettivo era di istituzionalizzare “giocose” riunioni conviviali fra amici, poeti, letterati, uomini di diritto, chiamate scherzosamente “cruscate”, che si tenevano, già tra il 1570 e il 1580, e da cui non erano assenti dispute e letture di impegno culturale.

Di lingua e di letteratura si parlava in tono “leggero”, talmente leggero che gli stessi fondatori, la brigata dei crusconi, si erano dati tutti un soprannome.

Giovan Battista Deti era il Sollo, Anton Francesco Greazzini il Lasca, Bernardo Canigiani il Gramolato, Bernardo Zanchini il Macerato, Bastiano de Rossi l’Inferigno.
L’insegna dell’Accademia della Crusca, con sede nella Villa Medicea di Castello a Firenze è il frullone (detto anche buratto), strumento che serve a separare il fior di farina, la buona lingua, dalla crusca.

Leonardo Salviati fu il primo a spingere per l’istituzionalizzazione dell’Accademia, e a prevedere il primato del volgare fiorentino su modello degli autori del Trecento.
Con il grano e con il pane dovevano avere una qualche attinenza anche tutti gli oggetti e i mobili dell’Accademia, pure gli stemmi personali degli accademici.

E fu un fiorire di pale di legno “in cui era dipinta un’immagine simbolica accompagnata dal nome accademico e dal motto scelto”.
Un verso di Petrarca era il motto dell’Accademia stessa, “ il piu’ bel fior ne coglie”.
In questo impegno per la purezza della lingua, nasce nel 1612 il primo vocabolario, l’opera principale dell’Accademia della Crusca che fu ampliato e ripubblicato più volte, per ben tre secoli, fino al 1923.
Oggi l’Accademia della Crusca è considerata la più antica accademia linguistica del mondo, e rappresenta uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana, ma anche per la sua identificazione e diffusione nel mondo.
La sua mission, in questi quattro secoli, è stata la ricerca della forma linguistica “pura”, che nel tempo si è trasformata anche in un metodo aperto e critico per acquisire e diffondere la conoscenza storica della nostra lingua.

Di significativo interesse l’impegno dell’Accademia della Crusca per gli italiani nel mondo.
L’ ccademia fiorentina collabora con il Ministero degli Esteri per la Settimana della lingua italiana nel mondo.

E ha promosso VIVIT: VIVI ITALIANO.

Un archivio digitale, integrato di materiali didattici, testi e documentazione iconografiche e multimediali, per la conoscenza all’estero del patrimonio linguistico e storico culturale italiano.
E il rapporto con Dante, il padre della lingua italiana?
Non poteva mancare all’appuntamento dei settecento anni dalla morte del poeta.
Ecco quindi La parola di Dante fresca di giornata.
L’accademia pubblica una parola di Dante al giorno: trecentosessantacinque schede dedicate alla sua opera.
Si tratta di “…affacci essenziali sul lessico e sullo stile del poeta, con brevi note di accompagnamento… un occasione per ricordare, rileggere, ma anche scoprire, e approfondire la grande eredità linguistica lasciata da Dante”.

Nella sola città di Firenze il DANTEDI’ ospiterà più di cento eventi distribuiti lungo tutto l’arco del 2021.
Ci saranno anche progetti culturali come mostre, esposizioni, concerti, produzioni teatrali e cinematografiche, performance di teatro e danza, e una lettura integrale della Divina Commedia.
E sull’onda dell’Accademia della Crusca anche l’Emilia Romagna, da Ravenna a Forlì propone una serie di appuntamenti importanti.
Dal mese di Aprile i Musei San Domenico di Forlì saranno la sede di una grande esposizione che ricostruisce per immagini l’universo del poema dantesco: un viaggio per scoprire l’anima del sommo poeta attraverso la sua opera, e i luoghi a lui cari.

Nulla, al momento, pare consentirci di uscir a “riveder le stelle, eppure a Ravenna, Dante e il suo settecenario hanno mosso l’Italia tutta con un campionario di 500 eventi che percorrerranno tutto il 2021 e tra questi eventi spicca il grande maestro Riccardo Muti che, il 12 settembre, alla viglia della morte del poeta, in Piazza San Francesco a Ravenna, dirigerà un grande concerto celebrativo che verrà replicato nei giorni successivi a Verona e a Firenze.

E allora non resta che inchinarci al cospetto di questa Accademia, che da oltre quattro secoli rappresenta la massima istituzione linguistica italiana, dove ogni suo parere sulla grammatica e sul lessico sulla “lingua del sì” è vangelo!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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