Non sempre si possono fare previsioni giuste, ed ammetto di aver sbagliato, ma quanti avevano pronosticato (carta canta) la salvezza dei calabresi ad inizio stagione?
Invece il “miracolo” è avvenuto ed in Calabria si festeggia alla grande, e giustamente, come e più della promozione, perché quanto avvenuto domenica sera al vecchio Scida, vale perlomeno come il sesto Scudetto per la Juventus.
Scommesse e previsioni a parte, la salvezza del Crotone in danno dell’Empoli ha indubbiamente tante spiegazioni, la prima delle quali è stata, a mio modesto parere, l’avere avuto la forza di continuare la strada intrapresa anche quando, su altre piazze, si sarebbe sostituito l’allenatore; invece Nicola ha potuto proseguire il proprio lavoro, fatto anche di quella spinta psicologica che alla fine ha fatto la differenza.
Spesso il Crotone ha dovuto soccombere nei minuti finali, quando la fatica si fa sentire e la concentrazione tende a scemare, favorendo chi è più esperto, ha maggior abitudine a giocare a certi livelli; i rossoblu non hanno però mai smesso di giocare al pallone, di provarci, anche quando i giochi sembravano fatti, approfittando di qualche confronto contro formazioni non del tutto motivate, ma superando anche episodi che potevano dare adito a più di un dubbio.
Cosa pensare infatti delle vittorie esterne dell’Empoli contro Fiorentina e Milan, impegnate nella corsa all’Europa? Soprattutto quel rigore letteralmente inventato e da prova tv regalato ai toscani al Franchi? Altri avrebbero strepitato e richiesto interrogazioni parlamentari, mollato la rincorsa in nome dell’ingiustizia e del potere di “palazzo”.
A Crotone invece hanno preso atto e proseguito per la loro strada, nonostante fossero a meno cinque e pure cinque le giornate ancora da disputare; certo, sperare non costa nulla e male che fosse andata si sarebbe comunque vissuta una favola straordinaria, ma perché mollare proprio sul più bello?
Sicuramente c’è voluta anche della fortuna, ma se questa aiuta gli audaci, per una volta la Dea bendata ci ha visto bene e giustamente il premio finale è arriso alla formazione che più lo ha meritato; il Presidente Vrenna, il DS Ursino, mister Nicola e tutti i ragazzi in rossoblu vanno solo applauditi e festeggiati.
Un applauso va poi fatto a chi ha giocato con la serietà che spesso viene meno nel nostro calcio, dal Palermo al Cagliari a chi ha incontrato le contendenti nelle ultime giornate, ha dimostrato che le motivazioni possono e dovrebbero esserci anche quando in ballo c’è sostanzialmente solo la dignità ed il rispetto nei confronti di chi sta ancora inseguendo un risultato; il nostro è il calcio dei sospetti e del livore ben più che dello spettacolo, ma ogni tanto ci svegliamo e ci ricordiamo di non essere solo apparenza e belle parole.
A Crotone si festeggia, mentre ad Empoli si piange, anche questo è il calcio ed in Toscana sanno benissimo di aver sostanzialmente “meritato” una retrocessione mai neppure immaginata anche nei sogni più brutti; l’Empoli aveva undici punti di vantaggio dopo la ventunesima giornata, ed alla ventinovesima le otto lunghezze in più parevano aver decretato la fine dei giochi.
Invece il Crotone ha saputo perseverare e ribaltare la situazione, doppiando i punti empolesi (venti contro dieci in nove turni) e perdendo solo allo Stadium nel giorno del sesto Scudetto della Juventus; se poi di miracolo si può parlare, beh, questo lo lasciamo dire ai numeri ed alla classifica finale.
Miracolo o no a Crotone si festeggia e si guarda già al domani, perché il difficile, in fondo, viene proprio adesso, con Nicola che ha “sirene” allettanti nelle orecchie, con i prestiti che verosimilmente torneranno ai propri lidi e patron Vrenna ed il fido Ursino a lavorare per una nuova, eccitante, sfida.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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