degrado

La scuola dovrebbe evolversi, a cominciare dalle fondamenta. Non sto parlando metaforicamente, anche se negli ultimi giorni si è parlato di riforma della scuola, bensì di un ammodernamento totale delle strutture scolastiche. E’ importantissimo avere insegnanti preparati e motivati, ma è altrettanto importante che questi docenti e i loro alunni possano vivere in un ambiente sicuro e adeguato. Il crollo dell’ intonaco del solaio di un istituto a Pescara di qualche giorno fa è solo l’ ultimo di una lunga serie di incidenti che hanno fatto emergere un problema ancora irrisolto: la sicurezza strutturale degli edifici scolastici italiani. Per fortuna, in questo caso, nessun studente o professore ci ha lasciato le penne, ma se torniamo indietro di soli se anni, le cose, purtroppo, sono andate diversamente. Nel 2008, infatti, il tetto di un’ altra scuola ha ceduto e a perdere la vita è stato un ragazzo di 17 anni, rimasto schiacciato sotto le macerie. Il suo nome era Vito Scafidi e la scuola era il Liceo Darwin di Rivoli, in provincia di Torino. Altri ragazzi sono rimasti feriti e uno di loro, a causa di quel terribile crollo, ha dovuto rinunciare a camminare, per sempre. Il tempo passa e non solo il livello della formazione in Italia si abbassa, ma ad abbassarsi sempre di più è la materia prima con cui sono fatte le nostre scuole. Tutto questo è degno di un paese civile? Ci rendiamo conto in che mondo siamo costretti a vivere? Le famiglie affidano i figli alle scuole e devono aver paura che un loro caro possa non ritornare più a casa? Semplicemente scandaloso. L’ eccellenza italiana sta crollando come i tetti degli edifici scolastici: scuole medie, licei o università, non fa differenza. La riforma scolastica deve ripartire dalle radici. Per far crescere una scuola con la ‘S’ maiuscola ci vogliono infrastrutture adeguate. Per far lavorare i ricercatori al meglio, nelle nostre numerose Università, ci vogliono apparecchiature moderne e adeguate. Tutto questo, però, sembra fuori dalla nostra portata, perchè cambiano i governi ma le tragedie di questo tipo, continuano, ciclicamente, ad accadere. All’ estero sembrano aver capito il problema e lo hanno risolto senza batter ciglio. Certo, noi siamo molto particolari, sotto tutti i punti di vista. Siamo un paesi di amanti, navigatori, artisti e buongustai, ma quando si presentano dei problemi, facciamo di tutto per non affrontarli. La scuola ha come obiettivo primario quello di formare la classe dirigente del domani, ma se questa classe dirigente muore prima di aver conquistato il diploma, chi ci guiderà domani? Tutte queste domande rimarranno senza una risposta precisa, perchè in questi casi la retorica è l’ arma con cui i politicanti di professione riescono ad ammaestrare le masse. La speranza è l’ ultima a morire, e così continueremo a sperare che qualcosa cambi, ma quando anche l’ ultima fiammella di speranza si spegnerà, allora e solo ad allora, capiremo i tanti errori commessi lungo il nostro cammino.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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