Come previsto le manifestazioni di protesta anti restrizioni non si sono fatte attendere e non si attenuano. Hanno toccato buona parte dell’Italia senza tralasciare l’Emilia Romagna. Sotto la pioggia o nelle fredde serate, tantissime persone sono scese nelle piazze per protestare contro le misure prese dal Governo, dalle Regioni e dai Comuni per cercare di arginare la crescita dei contagi da coronavirus. Imprenditori, ristoratori e baristi che dopo mesi di sacrifici e regole rispettate devono chiudere le proprie attività o ridurne drasticamente l’orario. Persone che chiedono solo di poter lavorare garantendo la salute di tutti.

Per la cronaca, contestare sia le misure passate – come il lockdown di marzo e aprile – sia quelle presenti che quelle paventate, alla luce dei numeri sempre più alti, per quel che riguarda i casi accertati e i ricoveri nei reparti Covid e/o in terapia intensiva. Chi sono i manifestanti accorsi in tutti i centri storici dell’Emilia Romagna? Potremmo rispondere come Giorgio Gaber che a suo tempo cantava: ma cos’è la destra, cos’è la sinistra… nel nostro caso, le sigle sono parecchie e spaziano dai comitati eterogenei a volte improvvisati, alle associazioni di categoria, colpite dalle chiusure anticipate dei locali, all’universo legato o parallelo alla politica.

Ovunque sono state chieste dimissioni a cascata che vanno dalla prima carica dello Stato all’ultimo usciere del palazzo, perché ritenuti tutti responsabili delle misure restrittive attuate, come il lockdown parziale, e quelle in predicato di essere messe in atto, come il coprifuoco totale. In molte piazze ha risuonato a gran voce il leit motiv riprendiamoci la costituzione, perché secondo gli organizzatori le misure introdotte di recente violano alcuni principi fondamentali. A parere dei partecipanti alle manifestazioni il lockdown totale è ingiustificato e finirebbe per penalizzare l’economia nazionale e quella dei singoli. Se si guardano i numeri ufficiali quotidiani e se si pensa al fatto che ora, rispetto a marzo, le cure ci sono, non si vuole tornare indietro.

È incomprensibile dover richiudere tutto di nuovo. Qualcuno ha affermato di trovare assurdo come siano oggi i virologi, spesso in contraddizione tra loro, a dirci come vivere. Altri hanno elogiato il modello di gestione delle criticità dovute alla pandemia adottato dalla Svezia. Non si nega che il Covid sia un problema, ma servono anche ristori e soccorso economico per chi sta pagando il prezzo più alto per quanto succede. Un dato di fatto accertato è che le manifestazioni in Emilia Romagna – a differenza di altre regioni nelle quali ha prevalso la violenza gratuita – hanno rispettato tutte le regole imposte dall’Autorità di Pubblica Sicurezza; corretto distanziamento, mascherine ben calcate sul viso e senza eccessi. Non si sono verificati disordini, anche se in alcune piazza ci sono state dure contestazioni di protesta contro le Istituzioni locali.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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