A Milano, ospitato dall’Università cattolica, si è tenuto il convegno “Odio online. Caratteristiche e strumenti di risposta”. L’incontro è stato indirizzato agli operatori delle Forze dell’ordine e della Pubblica amministrazione, volto all’approfondimento e al contrasto del fenomeno dell’odio online, degli incidenti e dei reati a sfondo discriminatorio, generati dallo stesso.

Un’occasione unica di dialogo e di confronto che porterà nuovi stimoli e nuovi suggerimenti per azioni future, perché c’è ancora molto da lavorare tenendo sempre ben presente che odio e discriminazione può anche palesarsi nel mondo virtuale, ma le vittime sono sempre tragicamente reali. Il tema della disuguaglianza ha sempre lacerato la storia dell’umanità. Così come, durante la seconda guerra mondiale, è stato toccato il momento più basso.

A tutto ciò però ha seguito un riscatto, ne è esempio la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948.

Il mondo è straordinario perché è fatto d’individualità, di specificità, di differenze. Una cosa è non essere omologati, un’altra è non riconoscere quei diritti fondamentali che devono essere riconosciuti solo per il fatto di essere nati. Per quanto rispetto ad altri paesi l’Italia abbia una cultura della non discriminazione ben sviluppata, il tema è ancora molto lontano dall’essere superato. Sono state adottate diverse disposizioni legislative per contrastare l’odio sotto i profili etnici, nazionale, religioso e razziale; tuttavia, si assiste ancora a troppi episodi di questo tipo e il problema è legato soprattutto alla mentalità individuale, perché in tutti noi a prescindere dal carattere ci sono forme di pregiudizio.

Il direttore del Servizio polizia postale ha descritto il fenomeno degli hater in Rete dal punto di vista giuridico e delle risposte legislative, con un’ottica nazionale e internazionale, ed ha fornito i dati dei casi trattati nello scorso anno dimostrando come la diffamazione ha rappresentato la forma più clamorosa di reato compiuto on line con ben 2.455 casi trattati contro i 203 di stalking, gli 806 di minacce, i 265 di revenge porn e i 157 d’istigazione.

Negli interventi successivi sono stati illustrati gli esiti dell’attività di monitoraggio dalla quale è emerso come, durante la pandemia, ci sia stata una recrudescenza delle manifestazioni di odio on line nei confronti delle categorie professionali in prima linea, in altre parole giornalisti, amministratori locali, e personale sanitario. Collegati online trecento docenti delle scuole di Polizia che insegnano materie dei diritti umani e dei crimini dell’odio.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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