Continua la risalita dei contagi da coronavirus in Italia. Nelle ultime 24 ore i casi di positività sono aumentati di 379 (ieri erano stati 386 in più), portando il totale dei casi a 247.537 da inizio epidemia. Lo indicano i dati del ministero della Salute.

I nuovi casi si registrano soprattutto in Veneto (+117) e in Lombardia (+77). Una sola regione senza nuovi contagiati, la Valle d’Aosta. Le vittime sono 9 (ieri erano state 3). I tamponi effettuati sono stati 68.444, in ulteriore aumento di quasi 7 mila rispetto a ieri.

Tornano a diminuire i pazienti in terapia intensiva in Italia, che in 24 ore passano da 47 a 41 (-6). Calano anche i ricoverati con sintomi (-32), che sono ora 716. Le persone in isolamento domiciliare sono 11.665 (+230), gli attualmente positivi 12.422 (+192). I dimessi e guariti sono 199.974 (+178). I casi totali sono ora 247.537, i deceduti 35.141.

Iss: trasmissione diffusa, tendenza in aumento.
Il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, “sebbene non in una situazione critica, mostra dei segnali che richiedono una particolare attenzione: l’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 13/7-26/7) è stata di 5.1 per 100 000 abitanti, in aumento rispetto al periodo 29/6-12/7”, con l’indice di contagio Rt pari a 0.98, sebbene sia maggiore a 1 nel suo intervallo di confidenza maggiore.

E’ quanto si legge nel report settimanale di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità di monitoraggio della Fase 3, secondo cui “questo indica che la trasmissione nel nostro paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane”. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana, si sottolinea nel report, “è ormai intorno ai 40 anni; questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane, un aumento tra i casi importati e in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening in fasce di età più basse.
Questo comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari”.

Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione, “vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine. Questo evidenzia come ancora l’epidemia in Italia di COVID-19 non sia conclusa”. Il rapporto segnala inoltre “in alcune Regioni/PA la presenza di nuovi casi di infezione importati da altra Regione e/o da Stato Estero. Si conferma perciò una situazione epidemiologica estremamente fluida”.

A cura di Silvia Camerini – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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