PANDEMIA CORONAVIRUS COVID 19

Almeno un paziente su otto che guarisce dal coronavirus continua a manifestare almeno un sintomo del long Covid. Sono le risultanze di uno studio pubblicato su The Lancet.

Secondo la ricerca, almeno un paziente su otto guarito dal Coronavirus continuerebbe a manifestare almeno un sintomo nel lungo periodo. Nella maggior parte dei casi i sintomi riguarderebbero la perdita di gusto e olfatto, dolori muscolari, spossatezza, dolori al petto e difficoltà respiratorie. Sotto osservazione sono anche le conseguenze a carattere psicologico e mentale.

Si tratta dell’ultima stima, ritenuta la più attendibile rispetto a quanto fatto in precedenza. Gli autori del lavoro hanno confrontato la frequenza di nuovi sintomi in un campione di popolazione non infetta e tra persone a cui era stato diagnosticato Covid-19. “C’è urgente bisogno di dati che inquadrino la portata dei sintomi a lungo termine sperimentati da alcuni pazienti dopo la malattia Covid”, ha affermato Judith Rosmalen dell’Università di Groningen, tra le autrici principali dello studio. “Esaminando i sintomi in un gruppo di controllo non infetto e nelle persone sia prima che dopo l’infezione da Sars-CoV-2, siamo stati in grado di spiegare i sintomi che potrebbero essere stati il risultato di aspetti di salute legati al ‘mal di pandemia’, come lo stress causato da restrizioni e incertezza”, ha invece spiegato Aranka Ballering, prima autrice dello studio.

I datI – Nelle persone esaminate si è visto che a 3 mesi dall’infezione, la gravità dei sintomi si stabilizzava senza un ulteriore declino. “L’evidenza attuale supporta l’opinione secondo cui questa sindrome post infezione è comune e può persistere per almeno 2 anni, sebbene sia presente solo in una minoranza una grave malattia debilitante”, scrivono a proposito Christopher Brightling e Rachael Evans dell’Institute for Lung Health, University of Leicester, in un commento allegato. I ricercatori, infatti, pur riconoscendo alcuni limiti del lavoro, hanno voluto evidenziare l’importanza di effettuare più ricerche sui meccanismi che scatenano il Long Covid.

Le conclusioni – Dallo studio si può trarre che: il 21,4% degli adulti che ha avuto il coronavirus, ha manifestato almeno un nuovo sintomo, o una complicazione di questo, da 3 a 5 mesi dopo l’infezione rispetto al periodo precedente al contagio e che un paziente su otto sperimenta sintomi da Long Covid derivati dall’infezione.

Lo studio inglese su Nature Medicine – Un altro studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Birmingham e pubblicato sulla rivista Nature Medicine, affronta le problematiche connesse al Long Covid e in particolare afferma che ci sono anche la perdita di libido e di capelli tra i 62 sintomi (e non 33 come quelli individuati in precedenza) nelle 12 settimane successive all’infezione, insieme a fiato corto e amnesia. Il team, guidato da Shamil Haroon, ha esaminato le cartelle cliniche elettroniche di 2,4 milioni di persone nel Regno Unito, selezionando poi 486.149 pazienti che tra gennaio 2020 e aprile 2021 avevano contratto l’infezione, ma non erano stati ospedalizzati. I ricercatori hanno individuato tre categorie di sintomi: respiratori, cognitivi e generali. Secondo quest’ultimo studio, coloro più a rischio sono le donne e i giovani, coloro che appartengono a gruppi etnici o a fasce svantaggiate dal punto di vista economico, coloro che presentano patologie pre-esistenti, obesità e sovrappeso.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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