La percentuale di reinfezioni sul totale dei casi covid segnalati nell’ultima settimana risulta pari a 11,7%, in aumento rispetto a quella precedente (10,8%). Mentre l’efficacia del vaccino anti-Covid nel periodo di prevalenza Omicron è dell’86% contro la malattia severa nei vaccinati con dose booster.

Questi i dati evidenziati dal report esteso dell’Iss che ha sottolineato come la protezione passi al 67% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, al 68 % nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e al 70% nei vaccinati con ciclo vaccinale completo da oltre 120 giorni.

L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio di reinfezione che colpisce più i soggetti con prima diagnosi da oltre 210 giorni.

Dal 24 agosto 2021 al 13 luglio 2022 sono stati segnalati 738.757 casi di reinfezione, pari a 4.9% del totale dei casi notificati. 

Contro i contagi, invece, l’efficacia del booster è del 50%, e scende al 37% nei 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, al 28% tra i 91 e 120 giorni, e 45% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.

L’Istituto Superiore della Sanità evidenzia come, apparentemente, alcuni dati non siano conformi all’atteso quali l’efficacia nei vaccinati con ciclo completo da 91-120 giorni che è risultata inferiore all’efficacia nei vaccinati con ciclo completo da oltre 120 giorni. Questo perché, spiega l’Iss, il dato “è da attribuire ad alcuni limiti dell’analisi, tra cui i più importanti sono la cospicua diminuzione dei soggetti suscettibili a partire dal mese di gennaio 2022, in relazione all’aumento della circolazione della variante Omicron, altamente trasmissibile, con il risultato di un aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata, che per l’analisi risultano come ‘non vaccinati’ e che però hanno una protezione data dall’infezione”.

Dopo alcuni mesi di circolazione della variante Omicron, aggiunge l’Iss, “il confronto tra vaccinati e non vaccinati sta quindi perdendo progressivamente di validità nel calcolo dell’efficacia visto che negli ultimi mesi il numero di nuove infezioni è stato particolarmente elevato, portando quindi ad una riduzione del numero dei suscettibili, in particolare nel gruppo dei non vaccinati e nelle fasce più giovani. Analizzando infatti le stesse tabelle nel periodo precedente la circolazione di Omicron, tali anomalie non si evidenziano”.

Passando al tasso di mortalità nella popolazione sopra i 12 anni, nel periodo 20 maggio-19 giugno, per i non vaccinati (10 decessi per 100.000 abitanti) risulta circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (1 decesso per 100.000 ab.) e circa sei volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (2 decessi per 100.000 ab.).

Per quanto riguarda il tasso di ricoveri nel periodo 27maggio-26 giugno per i non vaccinati (2 ricoveri per 100.000 abitanti) risulta una volta e mezzo più altro rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (2 ricoveri per 100.000 ab.) e circa tre volte e mezzo volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (1 ricovero per 100.000 ab).

Sempre nello stesso periodo e sempre relativamente alla popolazione sopra i 12 anni il tasso di ospedalizzazione per i non vaccinati (66 ricoveri per 100.000 abitanti) risulta all’incirca due volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (23 ricoveri/100mila) e oltre tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (19 ricoveri/100mila).

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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