PALAZZO DELL'ECONOMIA LUNEDI IN PIAZZA LA VOCE DELLE PARTITE IVA PROTESTA PACIFICA ORA BASTA FATECI LAVORARE MANIFESTAZIONE LAVORATORI AUTONOMI CARTELLI MANIFESTANTI

Potrebbe crescere in modo vertiginoso  nel 2021 il numero delle aste immobiliari con la pandemia in corso che verrebbero deprezzate e messe nelle mani dei soliti speculatori che aspettano il morto, quegli italiani che dopo essersi costruiti il proprio futuro con la crisi economica non sono più in grado di pagare le rate dei loro mutui accesi. Ma c’è di peggio, dopo il fallimento di istituti bancari senza conseguenze penali, o solo in parte, costretti a cedere il loro portafogli clienti a società di recupero, gli stessi crediti sono stati  acquistati a minor prezzo, dando a queste società plus valenze immense senza dare la facoltà ai mutuatari prima casa (bene primario della famiglia soprattutto con minori a carico nella stessa residenza) di un contatto per una rinegoziazione, ma di avvalersi tramite consulenti esterni di proposte economiche che per l’89%  dei casi non trovano accordi.

Si pensi che solo Nel 2019 / 2020, secondo uno studio di Astasy basato su dati del ministero di Giustizia, dai siti dei Tribunali, degli istituti di vendita giudiziaria e delle associazioni notarili, sono state oltre 245.000 le aste, il 4,6% in più rispetto agli anni precedenti.

Il panorama che emerge è davvero preoccupante;  oggi, infatti emerge un altro dato in tempo di covid, le persone coinvolte, superano un numero astronomico. Sono ben 1.670.000 le persone coinvolte e che, a causa della tipologia di mutuo contratto e successivamente non onorato, sono e restano obbligati in solido anche se inseriti solo come garanti che in tempi non sospetti vennero chiamati a mettere “la firma a garanzia del mutuo”. Questi numeri non si stanno placando sono in aumento e si considera che si uscirà dopo questa drammatica pandemia solo nei prossimi due lustri.

Il 79% delle unità immobiliari all’asta è costituito da appartamenti, monolocali, mansarde, attici, ville e villette, nella maggior parte di casi tutte abbinate a autorimesse e/o cantine. Il 81% degli immobili ha un valore d’asta inferiore ai 110.000 euro, il 11% arriva a 240.000 e solo l’8% eccede questa soglia. Ma questi dati sono stati aggiornati a 18 mesi fa, ad inizio emergenza sanitaria e ovviamente potrebbero subire variazioni.

Venendo ai tempi di esecuzione e alle sue caratteristiche dei Tribunali i tempi per il recupero credito hanno una media di 51 mesi e si pensi che oltre 40.000 aste sono trascinate dal 2010, tra accertamenti, opposizioni e crisi economica che aumenta in tutte le regioni italiane che sfocia nella legge n. 3 del 2012, dove le persone fisiche, le famiglie possono ricorrere a una procedura davanti al giudice e trovare un accordo con il creditore.

Attualmente vige la legge ristori e pignoramenti che sono stati bloccati dal governo Conte fino a giugno 2021, ma sul tavolo del nuovo Governo Draghi c’è una bozza per allungare i tempi fino al 31 Dicembre 2021 vista la povertà nel paese e i cali enormi dei fatturati degli artigiani e delle PMI.

Ma anche quando l’attività riprenderà dopo un lungo stop, i Tribunali si troveranno a dover smaltire un grosso accumulo di procedure esecutive. Se da una parte i tempi del pignoramento si allungheranno ulteriormente, dall’altra in modo parallelo cercheranno probabilmente di chiuderle il più in fretta possibile le esecuzioni. Ciò l’offerta di case all’asta potrebbe risultare sproporzionata rispetto alla domanda, aumentando così il numero di aste deserte e il rischio di svalutazione degli immobili.

Esiste anche una ultima norma : L’art. 164 bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile stabilisce che:

Quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo”:

  • sulla grande svalutazione subita dalla tua abitazione;
  • sul fatto che, una volta pagato il creditore con il ricavato della vendita, una gran parte del tuo debito sarà ancora lì, a pesarti sulle spalle;
  • sul fatto che, una volta venduta la casa all’Asta, il creditore avrà incassato molto poco rispetto al suo credito iniziale mentre tu avrai perso la tua abitazione e sarai rimasto indebitato come prima.

In poche parole occorre cercare di mettere in evidenza il gravissimo squilibrio che si andrebbe a creare tra i propri diritti e quelli del creditore.

A tal proposito sul problema Aste Giudiziarie ne ha ampiamente parlato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, per lanciare alla politica un forte monito per salvare dal baratro il ceto medio impoverito dall’impatto economico, occupazionale e sociale della pandemia e si stanno organizzando comitati in molte città. Cresce l’impatto contestazione dopo le chiusure delle attività

Nella Prossima puntata: Chi ha comprato i crediti delle Banche fallite con i risparmiatori in mutande e a quale percentuale%… per creare immense plusvalenze.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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