Che il Covid abbia fatto “male” in generale, è una certezza, così come quanto successo in casa Microsoft, e da noi pubblicato qualche giorno fa, relativamente alla chiusura degli Store della Multinazionale americana.

Il colosso informatico, nato nel 1975, aveva infatti sparsi per il mondo 83 negozi, di cui 72 negli USA, negozi che verranno chiusi, salvo quelli di New York, Londra, Sydney e di Redmond, Stato di Washington, dove Microsoft è nata e dove tutt’ora vi è la Sede principale.

Neppure questi quattro siti manterranno però la loro funzione, dato che si trasformeranno in “Microsoft Experience Center”, ovvero in “negozi” dove i clienti avranno libero accesso per “testare” i prodotti in catalogo, ma non di acquistarli, perché da ora in poi questo sarà esclusivamente possibile via internet.

In realtà la chiusura era già nei piani di Microsoft, anche se il progetto parlava di attuazione nel corso del 2021, ma il Coronavirus ha portato ad anticipare i tempi, naturalmente con una spesa, anche questa già considerata di 450 milioni di dollari e, così assicurano in casa Microsoft, nessun licenziamento di dipendenti.

Tutto ciò fa ovviamente considerare come il mondo del commercio stia delineando il futuro, sempre più fatto attraverso il mondo virtuale, senza il contatto diretto tra acquirente e venditore, con tutti i pro ed i contro che ne deriveranno, primo tra tutti l’occupazione.

Che in molti utilizzino l’acquisto via internet è cosa che potremmo definire ormai naturale persino in un Paese come il nostro, dove la diffusione del computer è all’età della “pietra”, figuriamoci invece in zone molto più “avanti”, dove questa forma di commercio è nata e si è evoluta.

Ma cosa c’è davvero dietro questo ormai imprescindibile modo di fare acquisti? Sicuramente la comodità di arrivare a qualsiasi cosa serva alle nostre necessità senza doversi alzare da un comodo divano, con la possibilità di una scelta quasi sconfinata, oltre tutto a prezzi in assoluto più bassi rispetto al classico negozio.
Girare virtualmente per cercare un articolo ci fa risparmiare denaro e tempo senza alcun dubbio, ma non è esente da controindicazioni, questa volta non solo “virtuali”!

Quanti sono i mariti che “benedicono” internet per evitargli lo snervante shopping in centro nel super affollato sabato pomeriggio, magari proprio mentre in TV danno la trasferta della sua squadra del cuore? Un computer, ma ormai basta anche un telefonino di ultimo modello, e la signora può sbizzarrirsi in compere, tanto c’è la carta di credito, e pazienza se poi, quando arriva a casa il pacco, non ci si potrà esimere che qualche acquisto risulti effettivamente un “pacco” ….

Certo, qualcosa potrà andare storto, il vestitino frufru scelto perché stava così bene alla modella delle foto, magari arriverà di un colore non proprio identico e non si intonerà del tutto al colore degli occhi, oppure la taglia scelta si rivelerà giusta anch’essa solo “virtualmente”, dato che non ci si è accorti che la misura era quella delle enormi pianure americane, piuttosto che invece più simile alle striminzite risaie coreane, ma c’è sempre la possibilità del reso, e quindi qual’è il problema?

Tra le controindicazioni si può evitare di mettere anche le “contrattazioni” sul prezzo di chi si ritiene capace di strappare sempre e comunque uno sconto? Se è vero che su internet si spende meno, come non rimpiangere quelle discussioni in cassa che spesso allungano all’infinito lo shopping, con il venditore che alla fine cedeva stremato dalle parole ed in preda al delirio per la coda da vacanze estive che nel frattempo si era formata?

Alla fine tra una storia ed un’altra avrete fatto contento il marito con la partita, ma non con il conto, dato che “sareste” uscita per un vestito ed in realtà vi consegneranno …. tre vestiti, due camicetta, due paia di scarpe, tre pantaloni e un paio di quelle magliette così carine che non avete potuto fare a meno di fare vostre ….

Volendo si potrebbe andare avanti, anche se pare che ciò che meno turba gli acquirenti, sia lo scarso apporto delle Multinazionali alla voce “tasse” …. Un vantaggio per i prezzi? Certo, ma poi le tasse mancanti non ricadranno sui nostri portafogli? anche se in Italia quanto ad evasione non abbiamo certo bisogno di lezioni da nessuno.

Qualcuno, leggendo fino in fondo l’articolo, si accorgerà sicuramente di come io sia partito in modo serioso per finire a tarallucci e vino, ed avrà pienamente ragione, ma ogni tanto bisogna pure autotrasformarsi in Crozza-Vigliani, visto che non lo fa il mio omonimo!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Leyka

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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