Gli spostamenti regionali erano rimasti “esclusi” dall’ultimo Decreto del Governo, che li contemplava solo in caso di rientro al proprio domicilio o alla propria residenza o per necessità improrogabili di tipo lavorativo o sanitario. Ma ora, con la Fase 2 (qui lo speciale QuiFinanza) che si appresta ad entrare nella sua seconda settimana, si comincia a parlare delle prime ipotesi per il via libera ai viaggi interregionali.

Viaggi tra Regioni: a quando il via libera
Il 18 maggio potrebbe essere la data a partire dalla quale gli italiani avranno il semaforo verde per recarsi anche nelle seconde case. Ma per la mobilità regionale più in generale, secondo quanto ipotizzato da alcuni quotidiani tra cui il Messaggero, bisognerà aspettare almeno fino al 25 maggio, se non al primo giugno, mentre la tabella di marcia potrebbe essere anche differenziata a seconda delle zone.

Un piano “per zone”
L’idea sarebbe cioè quella di procedere con la massima cautela nelle aree del Paese dove l’indice di contagio è più alto, cominciando invece ad allentare le maglie dalla Toscana in giù. Bisognerà quindi tenere conto dell’andamento dell’indice di contagio R0, che fotografa quante persone vengono contagiate da un singolo individuo.Quando questo valore è sotto l’unità, la curva comincia a decrescere. Inoltre, occorrerà tenere presente altri parametri, come l’affollamento delle terapie intensive e la disponibilità di dispositivi di protezione individuale. E per la regione più colpita di tutte, la Lombardia, dove si concentrano circa la metà dei contagi quotidiani di tutto il Paese, è ancora difficile ipotizzare un’apertura dei confini a breve.

Le richieste delle Regioni
Dopo che sarà più chiara la roadmap per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, palestre, piscine e centri estetici, il Governo dovrà quindi affrontare il tema controverso degli spostamenti regionali. Per ora, il pressing delle Regioni si concentra sulla necessità di anticipare le ripartenze di alcune attività previste dall’esecutivo. Si vorrebbe, ad esempio, riaprire i negozi di dettaglio già a partire dall’11 maggio, e lasciare alle singole Amministrazioni regionali la decisione su cosa riaprire dal 18. Nelle ultime ore, ha fatto discutere la decisione dell’Alto Adige di riaprire i negozi dall’8 maggio, dall’11 bar, parrucchieri e ai musei, e dal 25 strutture ricettive e impianti a fune, al punto che il Governo ha annunciato l’impugnazione del provvedimento.

Su scala nazionale, per lunedì è previsto un primo controllo fra ministero della Salute, Cts e Inail sui parametri chiave. Per ora, nessuna decisione definitiva è stata presa né sull’allentamento delle misure restrittive sugli spostamenti – compresi i viaggi interregionali – , né sulle prossime riaperture. In merito al primo argomento, un’ipotesi circolata nei giorni scorsi è che a dare il via libera potrebbe essere proprio l’indice di contagio R0, E non basterà che questo valore, che attualmente in Italia oscilla mediamente intorno allo 0,7, sia inferiore a uno: potrebbe essere necessario aspettare che arrivi a 0,2.

A cura di Sonia Pasquini – Foto Marico Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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