irca 3.000 persone sono state confinate nelle loro abitazioni a causa di un focolaio di coronavirus. Si tratta degli abitanti di nove palazzine popolari nella città australiana di Melbourne. Lo ha annunciato il primo ministro dello stato del Victoria, Daniel Andrews che ha stabilito che il “rigido lockdown” proseguirà almeno per i prossimi cinque giorni e potrebbe essere esteso fino a 14 giorni. I residenti saranno sottoposti a test sul coronavirus e non potranno lasciare le loro case, sorvegliate dalla polizia.

A tutti sarà garantito il supporto di cui hanno bisogno. Nello Stato del Victoria è stata registrata un’impennata di contagi, che ha spinto le autorità locali a decretare nuovamente una quarantena obbligatoria fino al 29 luglio per i residenti di dodici zone della città di Melbourne, in questo caso meno rigida rispetto a quella disposta per le palazzine in isolamento.

Gli abitanti dei 12 sobborghi possono uscire di casa solo per quattro motivi: lavoro o istruzione, esercizio fisico, cure mediche o assistenza o acquisti di forniture. Si sospetta che la ripresa dell’epidemia sia collegata a violazioni delle linee guida negli alberghi per persone provenienti dall’estero. In particolare, si indaga su un ‘super-diffusore’ al quale sarebbero collegati molti dei contagi rilevati nella periferia nord e occidentale di Melbourne.

Il premier Daniel Andrews ha parlato di “violazioni ai protocolli di sicurezza” da parte del personale degli hotel. Lo Stato australiano del Victoria si trova a fronteggiare un altro problema: diecimila persone si sono rifiutate di sottoporsi al tampone. A pesare, secondo le autorità, sono i complottisti che hanno indotto una parte di questi a opporsi agli esami. “Stiamo analizzando i dati per sapere perché le persone li rifiutano, ma siamo preoccupati che alcuni credano che il coronavirus sia una cospirazione o che non li colpirà, quindi voglio sottolineare che il coronavirus è un virus molto contagioso”, ha sottolineato il ministro della Salute, Jenny Mikakos.

A cura di Silvia Camerini – Foto Getty Images

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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