Count Basie e la sua Big Band.

Nell’articolo precedente quello dedicato al pianista Duke Ellington ho parlato di come le Big band nacquero negli anni Quaranta del Novecento, tante c’è ne furono che addirittura fu difficile contarle.
Ma due grandi musicisti, si contendettero il primato, con due stili ben differenti, essi erano due pianisti, Duke Ellington e Count Basie, Duke e la sua orchestra facevano Swing lo stile di quell’epoca, ma in certi brani usava un arrangiamento di stile europeo come può ascoltarsi nel celebre brano Sophisticade Lady, si nota il tema dell’arrangiamento la tecnica di Duke come a composto quest’opera, mentre Basie dette alla sua Big band l’impronta di Blues, e oltre a suonare anch’esso Swing, poteva accompagnare cantanti, che cantavano questo genere che nasce nell’ultimo periodo dell’ottocento e per tutto il novecento, dagli schiavi afroamericani, che lavoravano nei campi di cotone, che erano la maggioranza.

“Per contro, in Basie esso regola innerva un 4/4 radicato nel Blues, e forme e trame di assoluta semplicità. Ambedue hanno dimostrato una volta per tutte che non vi è un solo modo di produrre swing, ma almeno due o tre, e forse di più: un concetto che pare sia necessario ripetere ogni tanto, in risposta a chi pensa altrimenti e eroga al suo swing una qualche preminenza.
Per rendersene conto basta ascoltare Stomp It Of o Lunceford Special di luncenford e a ruota John’s Idea o Jumpin’ at the Woodside di Basie. Ambedue i direttori avevano ben chiaro che la loro musica serviva anzitutto a far ballare, e il modo migliore per far muovere tutti quei piedi e corpi era una pulsazione sognante. Ellington l’aveva detto nel 1932 nel profetico I Don’t Mean a Thing If It Ain’t Got That Swing. E tra i musicisti neri, dall’Africa ai Caraibi a New Orleans, da Scott Jopline James Europe a Mingus e Monk, si è sempre saputo e sentito che il contagioso elemento ritmico chiamato swing è un tratto essenziale e distintivo del Jazz, che senza di esso in effetti non è jazz”.
(LA QUINTESSENZA DELLO SWING (II): COUNT BASIE PAG.31. IL JAZZ L’ERA DELLO SWING GUNTHER SCHULLER – TITOLO ORIGINALE THE SWING ERA 1989 OXFORD UNIVERSTY PRESS. NEW YORK – 2001 PER L’EDIZIONE ITALIANA EDT SRL TORINO.

Proprio di quest’ultimo musicista vi voglio parlare.
Count Basie, era lo pseudonimo di William Allen Basie nato a Red Bank nel New Jersey USA, il 21 agosto del 1904.
Entrambi i genitori erano musicisti.
Il giovane Basie all’inizio si cimentò con la batteria, ma in quello strumento ritmico ebbe come rivale un suo amico, il batterista Sonny Greer, che sarebbe diventato musicista professionista della Big band del pianista Duke Ellington, Basie decise poi con il tempo di passare ad un’altro strumento, il pianoforte acustico, ricevendo le prime lezioni da sua madre anch’essa pianista.
Il giovane ebbe quindi contatti con altri pianisti di Harlem, in particolare il pianista Fats Waller.
Prima dei sui vent’anni aveva già suonato in circuiti vaudeville come pianista solista, finendo per essere accompagnatore e direttore musicale per cantanti Blues, ballerini e attori.
Nel 1927 il musicista, arrivò a Kansas City, accompagnando un gruppo in tour; qui in questa città decise di rimanere, dapprima suonando come pianista nei cinema dove si proiettavano film muti, come accompagnatore.
Nel luglio 1928 arrivò per Basie il primo contratto, si unì alla Band chiamata, Blue Devils di Walter Page, che includevano il cantante Jimmy Rushing; entrambi sarebbero poi diventati importanti componimenti della band dello stesso musicista Basie.
All’inizio dell’anno 1929 il musicista di Red Bank, cittadina del New Jersey, lasciò i Blue Davils per suonare con altre due band meno famose. Poi sempre nello stesso anno entrò nella Kansas City Orchestra di Bennie Moten, come fecero poco dopo altri i musicisti importanti come lui, che suonavano nella Big Band dei Blue Davils.

Il leader e direttore d’orchestra, Bennie Moten morì nel 1935; la band continuò sotto la guida di Buster Moten, ma il pianista Basie se ne andò poco dopo.
Formò con Buster Smith e diversi altri componenti della band di Moten, un nuovo gruppo di nove musicisti, compreso “Papa” Jo Jones, Walter Page, Freddie Green e in seguito il sassofonista Lester Young; con il nome di Baron of Rhythm diventando presenza al Reno Club di Kansas City.
Fu in questo periodo che Basie assunse il soprannome di “Count”, il Conte seguendo l’esempio del suo collega Duke Ellington e Earl Hines,
forma il gruppo dei Barons of Rhythm insieme a Buster Smith, Jo Jones, Freddy Green, e in seguito Lester Young.
La trasmissione radiofonica della musica del gruppo, nell’anno 1936, portò a contratti importanti con un’agenzia di spettacoli nazionale e con la label discografica Decca Records.
Il contratto importante per la compagine orchestrale si fece nel giro di un anno, tra il 1936 e 1937, la Count Basie Orchestra, come ormai si era chiamata, diventò una delle principali big band dell’era Swing.
Tra i solisti si distinguevano il sax tenore Lester Young un grande musicista dal suono straordinariamente fantastico, Hershel Evans e i sassofonisti Jack Washington, Buck Ckayton e il favoloso trombettista Harry “Sweets” Edison, ai tromboni Vic Dikenson e Dickie Wells; cuore della Band era la sezione ritmica, forse la più famosa nella storia delle big bands, che comprendeva il batterista Jo Jones, il contrabbassista Walter Page, il chittarista Freddy Green, e il leader, il pianista Count Basie.
Suonò al Grand Terrace nella città di Chicago e nel locale Roseland nella città di New York per poi tornare a Chicago, al Ritz Carlton Hotel e infine il pianista ritorno nella città di New York, nel piccolo Club il Famous Door. Alla fine degli anni trenta, la band aveva acquisito già una fama a livello internazionale, con pezzi come One O’clock Jump, due brani del 1937, jumpin’ at the Woodside del 1938 e Taxi War Dance dell’anno 1939.
In questo stesso anno il pianista Count Basie dalla casa discografica Decca Records passò con un contratto alla major Columbia Records, e si spostò sulla Costa Ovest newyorkese, dove ebbe modo di apparire, insieme alla sua band, in cinque film usciti a poco tempo l’uno dall’altro, nell’anno 1943: le produzioni cinematografiche si intitolavano, Hit Parade Of, Reveille with Beverly, Stage Door Canteen, Top Man e Grazy House, e che lo tenero impegnato fino all’ultimo film dal titolo Last of the Blue Devils, un documentario concerto, con un intervista al leader, il pianista Count Basie, del 1979.
In questi stessi anni incise brani di successo come, I Didn’t Know About You, Red Bank Blues, Rusty Dusty Blues.
In questi brani, suonano musicisti solisti di spicco, tra i quali; i sassofonisti tenori, Buddy Tate, Don Byas, Illinois Jacquet, Arnett Cobb.
In seguito Basie cambiò ancora label, passando alla RCA Victor Records, con la quale pubblicò i brani Open the Door, Richard!, e nel 1947 raggiunse la prima posizione nella Billboard Hot 100, con le opere discografiche, Free Eats, O’Clock Boogie e I Ain’t Mad at You (You Ain’t Mad Me).
Nel 1950 il musicista del New Jersey, con la sua band che fino alla fine degli anni Quaranta ebbe successo, vi fu il declino per problemi finanziari, costrinsero Basie a interrompere l’attività della band.
I vari musicisti di spicco a quell’epoca rimasero senza lavoro, come furono costrette del resto tutte le grandi orchestre del tempo, ad eccezione di quella del pianista Duke Ellington, che continuò ad esibirsi nei locali sparsi negli Stati Uniti d’America, ancora per qualche tempo, ma anche lui dovette arrendersi.
Si aprì un’altro nuovo anno, quello degli anni Cinquanta e per i band leader fu un’altra sfida, quella di continuare a suonare.
Si dovettero reinventare il modo di sopravvivere e l’unica cosa che loro potessero fare era di reinventare il gruppo orchestrale, non come negli anni Quaranta con le grandi orchestre, ma adattandosi ai nuovi anni.
I band leader decisero di mettere su piccole formazioni; queste piccole formazioni vennero chiamate Combo.
E così Basie per i seguenti due anni diresse un gruppo di componenti variabile tra i sei e i nove elementi: tra i suoi musicisti vi erano Ckark Terry, Wardell Gray, Buddy DeFranco, Serge Chaloff e Buddy Rich, musicisti di tutto rispetto e di grande caratura tecnica.
Count Basie una vera band la rimise in piedi nell’anno 1952, con l’aiuto del suo grande amico, il cantante Billy Eckstine, che ritornò nella band di Basie dopo anni, Eckstine negli anni Quaranta scrisse per il pianista gli arrangiamenti per la sua orchestra.

In questi anni Cinquanta il grande lavoro per Count Basie è molto florido, numeroso è il lavoro tra le registrazioni fonografiche e i concerti dal vivo, il musicista e pianista divenne un artista molto influente tant’è che fu un maestro per i giovani musicisti, tanto è vero che fu un istituzione e influenzò con la sua scuola i giovani che studiavano musica come i sassofonisti Frank Foster, Frank Wess, Eric Dixon, Eddy “Lockjaw’ Davis, i trombettisti Thad Jones, Joe Newman, Sam Noto, i trombonisti Al Gray, e Jimmy Cleveland e il batterista Sonny Payne.
In questi stessi anni Count Basie compì il primo tour in Europa, arrivando anche in Scandinavia: il cantante della band era Billy Eckstine, col quale nel 1959 avrebbe registrato un disco considerato un classico della storia della Musica Jazz:” Basie and Eckstine Inc’, che si avvale degli arrangiamenti di Quincy Jones, su questo musicista c’è da dire che faceva parte della sezione trombe, insieme al trombettista Art Farmer.
Quincy poi dovette interrompe in età giovanile di suonare la tromba nella band di Basie, per questioni di salute, un aneurisma lo colpì all’età di quarantatreanni e il medico gli consiglio di cessare di suonare la tromba, per la pressione che avrebbe esercitato sul suo fisico e che sarebbe stata pericolosa, da allora divenne arrangiatore e conduttore di una sua Big band, producendo anche incisioni fonografiche, con i migliori standards americani degli anni Quaranta, che si sentivano suonare dalle grandi orchestre dell’Era Swing, Jones lavoro in Francia, arrangiano le canzoni dei celebri cantanti Francesi da Charles Aznavour, Dalida’ ed altri cantanti, divenne anche produttore, arrangiatore e conduttore di altri cantanti di Musica leggera di livello internazionale, come Michael Jackson, producendo l’album Thriller.
“Quando Basie usava partiture di Ernie Wilkins o di Quincy Jones otteva il meglio: precisione orchestrale e dinamiche contrastanti garantiva una robusta cornice per i solisti, inclusi i trombettisti Joe Newman e Thad Jones, i trombonisti Al Gray e Benny Powell e i sassofonisti Eddie “Lockjaw” Davis, Frank Wess e Frank Foster.
Il batterista Louis Bellson, che aveva spesso trascorso brevi periodi con l’orchestra, “aveva spesso trascorso brevi periodi, “Wilkins Jones e Neal Hefti erano perfetti autori di Swing. Come diceva” il trombettista ” Harry James: “Hefti scriveva le più belle pause al mondo, lasciando un sacco di spazio”. “E le partiture di tutti e tre più o meno si suonavano da sole.
Al contrario, quando era la Gillespie Orchestra a suonare c’era una differenza di suono incredibile. In parte, era dovuta al ruolo in cui il ruolo di solista dello stesso Gillespie finiva col dominare ogni esecuzione.
Dagli anni Quaranta in poi, dal punto di vista solistico fece la parte del leone; un arrangiamento come Jessica’s Day di Jones, registrato da Gillespie nel maggio del 1956 e da Basie nel gennaio del 1959, nel primo caso è praticamente solo una base per l’assolo di Gillespie mentre è trattato in modo più orchestrale da Basie, con assoli di tromba, sax contralto e tenore, più un duetto flauto-contrabbasso nell’introduzione.
Messe a confronto le due orchestre mostravano molte differenze, pur suonando materiale simile; la band di Gillespie si comportava anche diversamente sul palco: quando il trombonista Al Gray lasciò Gillespie a metà di questo periodo per unirsi a Basie, fu immediatamente rimproverato per aver parlato con gli altri musicisti durante un concerto (pratica comune con Gillespie) e scoprì anche di non avere quasi spazio per assoli.
Con Dizzy, ha ricordato: ,avevo assoli in abbondanza. Ma quando mi trasferii da Basie, niente.
Gliene parlai, e mi rispose: “Lo so che vuoi suonare, ma devi aspettare. Sei appena arrivato”. Ed è stato necessario che mi arrabbiarsi con lui, al ritorno dal tour in Inghilerra perché chiedesse a Thad Jones di scrivere pezzi per me, come H.R.H”.
(NUOVA STORIA DEL JAZZ – AUTORE ALYN SHIPTON – TITOLO ORIGINALE A NEW HISTORY OF JAZZ 2007 ALYN SHIPTON – 2011 GIULIO EINAUDI EDITORE S.P.A. TORINO.
Alla fine degli anni Cinquanta Count Basie vinse due premi alla prima edizione dei Grammy Awards, con un opera discografica dal titolo, Basie pubblicato dalla label Roulette Records.
Per il pianista altre nomination furono ottenute negli anni seguenti, da Breakfast Dance del 1959, Barbecue del 1959, Dance with Basie del 1960, Basie at Birdland del 1961 e The Legend del 1962.

Nonostante i numerosi premi, nessuno di queste opere discografiche vendette molto, in seguito a ciò Basie si dedicò a collaborazioni con diversi cantanti, come il croner per eccellenza, Frank Sinatra, a valendosi come già era accaduto con il cantante Eckstine negli anni Cinquanta, degli arrangiamenti di Quincy Jones.
Le collaborazioni del pianista e la sua orchestra, proseguirono con altri e altre cantanti, nel 1958 / 1959 con Tony Bennett anche lui come Frank, italoamericano, nel 1963 Ella Fitzgerald, nel 1965 Sammy Davis Jr. e nel 1968 Jackie Wilson.
Questo suo periodo risultò sgradito agli appassionati di Musica Jazz, ed alla fine degli anni Sessanta tornò a una musica più in linea con la sua storia.
Tuttavia la registrazione fonografica del concerto live tenutosi a Las Vegas nel gennaio febbraio del 1965 con Sinatra, dal titolo At the Sands e inciso sulla label Reprise Records, etichetta fondata dal cantante italo americano, rimane un classico dello stile Swing ed un dei migliori concerti che il cantante e la band di Count Basie, insieme all’arrangiatore Quincy Jones, sia stato prodotto in quell’anno.
Nel 1970 Count Basie registro un’altra opera fonografica dal titolo Afrique, un album sperimentale e all’avanguardia che fu nominato l’anno successivo per il premio Grammy Awards.
Nel primo periodo dello stesso anno Count Basie cambiò label e passo alla Pablo Records, con cui rimase fino alla morte. Di questo periodo si possono ricordare le opere discografiche, Basie Jam, Basie e Zoot, Prime Time e The Gifted Ones, con il trombettista Dizzy Gillespie.

Nel 1992 con il brano, Every Day I Have the Blues composto nel 1955 con il cantante Joe Williams, il cantante in questa occasione fu accompagnato dalla Count Basie Orchestra, e vinse il Grammy Hall of Fame Award.

L’orchestra dopo la morte di Count Basie avvenuta nel 1984 ad Hollywood in California per una malattia, a continuato e continua tutt’oggi la sua attività, sotto la direzione del sassofonista tenore Frank Foster sino al 2011, anno della sua morte, e continua tutt’ora con nuovi conduttori, a esibirsi in vari concerti e accompagnando vari cantanti e cantanti, come il concerto live Diane Schuur The Count Basie Orchestra, pubblicato dalla label GRP Records, nel 1987 del pianista Dave Grusing.

A cura di Alessandro Poletti – Foto fonte NPR

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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