Ennesimo fatto di violenza, di femminicidio che siamo costretti a registrare nel mondo inesplorato di una gioventù che è mutato, che non ha più punti di riferimento nonostante alcune famiglie oneste cercano di dare ai propri figli un’educazione quasi perfetta per farli crescere nella società dei virus, dove la compattezza dovrebbe essere unanime. Il fatto angoscioso è accaduto questa volta in Sicilia dietro lo sconforto del Sindaco e di un intero paesino.

Si è presentato con il padre e l’avvocato nella stazione dei Carabinieri di Caccamo. Poi avrebbe indicato dove era il corpo della sua ragazza di 17 anni. Il corpo della minorenne era in un dirupo di Monte San Calogero, nel complesso boschivo di Monte Rotondo, nel territorio di Caccamo, in provincia di Palermo.

Secondo i primi accertamenti, il cadavere presenterebbe anche segni di bruciature. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco e i sanitari del 118. Sono arrivati anche gli uomini della scientifica per eseguire i rilievi, il medico e legale e il pm di turno della procura di Termini Imerese. I genitori della 17enne ieri sera avevano presentato la denuncia di scomparsa della figlia.

Il sindaco di Caccamo “Sono stato a casa della ragazza trovata nel burrone. Ho incontrato i genitori. Per Caccamo è un giorno tristissimo. Questa notizia ha sconvolto tutti. Conosco entrambe le famiglie. Sono tutte e due dedite al lavoro e i genitori hanno sacrificato tutta la loro vita per far crescere in modo onesto e leale i loro figli. So che i due fino a ieri sera erano insieme e si trovavano con altri amici – aggiunge il sindaco – Poi non si capisce come si possa essere scatenata questa inspiegabile e assurda tragedia”. Le prime “ricostruzioni” Nonostante la zona rossa in Sicilia, secondo indiscrezioni raccolte in paese e da quanto detto dal sindaco, i due fidanzati sarebbero stati insieme ad alcuni amici in una villetta nella zona Monte Rotondo a Monte San Calogero, la zona dove è stato ritrovato il corpo della ragazza. Durante la serata, sempre secondo alcune indiscrezioni, i due avrebbero litigato per gelosia. Passaggi delicati, sui quali stanno ancora indagando i Carabinieri per cercare riscontri.

Un’ennesima tragedia giovanile che ogni giorno mette in risalto il disagio di molte comunità, di ragazzi che non hanno la forza di uscire pure dai social che troppo spesso si rivelano come una strada indicativa per sentirsi onnipotenti. Occorrono leggi ferme, una tra queste sarebbe giusto essere maggiorenni per navigare in rete, spesso gli squali sono dietro lo scoglio della indifferenza solo per scopi di lucro. Questo è un messaggio che non può essere tollerato.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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