Le redazioni dei media di tutto il mondo, in questo momento, stanno compulsando nervosamente Twitter e Telegram, chiamando tutte le fonti locali a disposizione, spronando gli inviati sul campo: c’è una notizia davvero grossa dall’Ucraina e bisogna capire se è vera. Grossa quanto i 125 metri della Admiral Makarov, la fregata della marina russa che, secondo fonti di Kiev, sarebbe stata danneggiata da fuoco ucraino. Nessuna foto o video è ancora disponibile, nessun media ha potuto confermare la notizia in maniera indipendente.

Dopo che alcuni rumors si erano diffusi intorno alla mezzanotte italiana, la prima voce ufficiale è stata quella del deputato Oleksiy Goncharenko che, 12 ore più tardi, sul suo canale Telegram ha scritto: “Fonti russe non ufficiali riferiscono che la nuovissima fregata missilistica Admiral Makarov è nei guai. Secondo le prime informazioni, la fregata non è stata in grado di schivare il missile antinave ucraino Neptune. La nave è gravemente danneggiata, ma rimane a galla. Per adesso”. I missili Neptune, di fabbricazione ucraina, sono gli stessi che hanno affondato l’incorciatore Moskva lo scorso 14 aprile. Secondo Dumskaya, media con sede a Odessa, la fregata sarebbe stata colpita vicino all’Isola dei Serpenti.

Con notevole tempismo, ben prima del post di Goncharenko, quando sulla costa est degli Usa erano le due di notte e in Italia le otto del mattino, il sito della rivista statunitense Forbes ha pubblicato un approfondimento su questa fregata, riferendo delle voci per cui sarebbe stata colpita e mettendo subito in chiaro che “sarebbe l’obiettivo più succulento nel Mar Nero”.

Dopo che un missile ucraino ha affondato l’incrociatore Moskva il 14 aprile, la flotta russa nel Mar Nero conta solo tre grandi navi da combattimento: la migliore è più importante è probabilmente la fregata Admiral Makarov. Ciò la rende l’obiettivo di maggior valore per gli equipaggiamenti delle batterie missilistiche ucraine e per gli operatori dei droni (…) Varata nel 2017, è la terza, e più moderna, fregata della sua classe. Armate ciascuna con 24 missili terra-aria a medio raggio Buk e otto missili da crociera Kalibr, tutti in celle verticali, le fregate possono scortare altre navi e anche attaccare obiettivi a terra (…).

Molte navi, inclusa una fregata di classe Admiral Grigorovich (la stessa del Makarov, ndr), ma non è chiaro quale, erano ormeggiate a Sebastopoli in Crimea fino a ieri. Quano le navi da guerra salpano dalla Crimea, tendono a rimanere a circa 100 miglia dalla costa ucraina, tenendole potenzialmente oltre la portata dei Neptune di Kiev. Mantenersi a distanza di sicurezza significa però che le fregate non sono state in grado di aiutare quando nei giorni scorsi la marina ucraina ha lanciato un furioso assalto con droni alla guarnigione russa all’Isola dei Serpenti. (…) I droni ucraini TB-2 hanno messo fuori combattimento le difese aeree russe sull’isola, quindi sono andati a caccia in mare aperto. Lunedì, un TB-2 ha colpito due motovedette russe di classe Raptor con missili a guida laser, danneggiando gravemente se non distruggendo entrambe le barche da 55 piedi mentre si dirigevano verso l’Isola dei Serpenti”.

Un ruolo Usa nell’affondamento del Moskva?
A proposito dell’incrociatore Moskva: la notizia dell’Admiral Makarov ha messo in secondo piano uno scoop del network statunitense Nbc, il quale ieri sera ha riportato una fonte anonima dell’amministrazione americana secondo cui Washington avrebbe avuto un ruolo nell’affondamento della veterana della flotta russa. Le forze ucraine, dopo aver avvistato la nave al largo di Odessa, avrebbero chiesto informazioni agli americani, che avrebbero identificato il Moskva e aiutato a confermarne la posizione esatta, prima che partisse il Neptune. Gli Usa non sarebbero stati al corrente dell’intenzione di colpire la nave. Il portavoce del Pentagono John Kirby ha poi smentito: “Non abbiamo fornito nessuna informazione specifica all’Ucraina per colpire l’incrociatore russo Moskva”.

A cura di Stefano Severini – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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