Sono circa 150 i detenuti positivi al Covid e circa 200 gli addetti al personale delle carceri contagiati. I dati sono del Garante nazionale delle persone private della libertà, che aggiunge è “un’incidenza lievemente maggiore di quella del maggio scorso”, anche se rispetto a quel periodo, “il numero di coloro che presentano sintomi è molto minore”.

Non solo: “i dispositivi di protezione non rappresentano come allora un’ipotesi teorica e le stesse procedure messe in atto rendono meno probabile il possibile contagio”. Non si nasconde però la preoccupazione all’interno di un istituto di pena e fuori, per l’impennata del Covid.

“Nel caso della popolazione detenuta, – prosegue il Garante- si tratta essenzialmente di due o al più tre situazioni, un paio in Lombardia e una in Umbria. “Negli altri casi – aggiunge- si è di fronte a piccoli numeri diffusi in più Istituti, rispetto ai quali è possibile, quindi, mettere in atto una gestione adeguata”. Luoghi di ricovero Resta comunque il tema, non più rimandabile, di poter avere delle strutture di ricovero all’interno degli istituti di pena: “si spera non siano necessari, ma – ribadisce il Garante- che sarebbe errato non prevedere”.

Interventi per la sicurezza della salute delle persone detenute
“Quello che va ridotto nelle carceri per evitare i contagi è il numero di presenze attraverso provvedimenti che, pur tenendo fermo il criterio della complessiva sicurezza, siano in grado di fare emergere la centralità della tutela della salute di ogni persona”. È la richiesta diretta al governo del Garante nazionale delle persone private della libertà, che fa notare come le presenze in carcere, da maggio a oggi, abbiano avuto “un importante incremento”.

Ridurre il numero dei detenuti
I provvedimenti che il Garante si attende dal Governo “dovranno confermare e ampliare quelli adottati a suo tempo, traendo insegnamento da quell’esperienza ed evitando così quegli aspetti che talvolta ne hanno reso la portata molto limitata”. Non ha senso far rientrare in carcere persone che vi trascorrono soltanto la notte o mantenere la detenzione di persone condannate a pene brevi”. La necessità di tutelare gli anziani o persone malate Occorre inoltre “riaffermare il principio di tutela della particolare vulnerabilità di persone anziane o affette da specifiche malattie che resta integro nel suo valore, al di là di strillate opinioni espresse in qualche talk-show televisivo”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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