Il numero di casi confermati di coronavirus nel mondo si avvicina alla soglia dei 10 milioni. Secondo l’ultimo aggiornamento della John Hopkins University, i contagi a livello globale dall’inizio della pandemia sono 9.408.757, con 482.184 decessi. Gi Stati Uniti rimangono il Paese più colpito, con 2.381.538 casi confermati e 121.979 decessi. Il Brasile ha registrato 42.725 nuovi casi di contagio nelle ultime 24 ore, il secondo più grande incremento dall’inizio dell’epidemia, che porta il totale a 1.188.631.

Da ieri sono decedute per il Covid-19 nel Paese altre 1.185 persone: il bilancio complessivo dei decessi è così salito a 53.830, hanno riferito le autorità sanitarie locali. Con oltre 606mila casi la Russia risulta il Paese più colpito dopo Stati Uniti e Brasile, seguito da India (456mila casi), Regno Unito (308mila) e Perù (264mila).

Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters il presidente del Perù Martin Vizcarra ha minacciato di prendere il controllo delle cliniche private per la cura dei pazienti di coronavirus se entro 48 ore non si troverà un accordo economico.
Le cliniche non accettano le proposte sui costi che il governo dovrebbe accollarsi per tali cure.

La Cina registra 19 nuovi contagi da Covid-19 nella giornata di oggi, tredici dei quali a Pechino, in lieve ascesa rispetto ai dodici di ieri a livello nazionale, di cui sette a Pechino. Con i 13 nuovi contagi, sale a quota 269 il totale delle persone che hanno contratto l’infezione nella capitale cinese dall’11 giugno scorso, quando si verificò un focolaio al mercato all’ingrosso di generi alimentari Xinfadi, nel distretto sud-occidentale di Fengtai, che ha innescato forti misure di contenimento dell’epidemia e provocato un innalzamento del livello di allerta nella città. Al totale di oggi si aggiunge un caso di infezione asintomatica. Complessivamente, dall’inizio dell’epidemia, sono 83.449 i contagi in Cina, mentre il numero di decessi rimane a quota 4.634.

In Australia è allarme per nuovi focolai di coronavirus a Melbourne, capitale dello Stato del Victoria, dove è stato registrato il primo decesso da oltre un mese e in alcune zone il numero dei contagi è raddoppiato negli ultimi tre giorni. La vittima, che porta a 104 il totale dei morti provocati dalla malattia nel Paese, è un uomo di 80 anni.
La ministra della Difesa, Linda Reynolds, ha annunciato oggi che circa 1.000 militari saranno dispiegati nello Stato “nei prossimi giorni”.

Fino a 850 militari aiuteranno a monitorare le persone rimpatriate dall’estero e poste in quarantena negli alberghi, mentre altri 200 circa forniranno supporto medico e logistico alle strutture di test del virus. Personale militare sta già presidiando i confini degli Stati australiani chiusi ai visitatori di altri Stati, oltre a fornire supporto ai servizi sanitari e di gestione delle emergenze.

Il dispiegamento di un contingente militare di tali dimensioni non ha precedenti nella crisi del coronavirus in Australia, mentre aumenta la preoccupazione nella comunità per la diffusione del virus, con strutture temporanee di test allestite in zone critiche di contagio, mentre i supermercati impongono nuovamente limiti di acquisto temendo un ritorno al panico di acquisti.

I nuovi focolai sono emersi a Melbourne principalmente a causa di grandi riunioni familiari e in un hotel utilizzato per le quarantene. Secondo i dati della Johns Hopkins University, l’Australia – che ha 25 milioni di abitanti – registra ad oggi 7.558 casi di coronavirus, di cui 104 decessi.

A cura di Silvia Camerini – Foto Reuters

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui