Gianni INFANTINO, FIFA President

Anche la serie A, dopo la Premier e la Liga, si schiera con i club che decideranno di non lasciare i propri giocatori alle nazionali che dovrebbero giocare in Paesi per cui, al rientro, servirà una quarantena contro il Covid.

A tale proposito, una nota esplicativa della Lega di Serie A spiega che la decisione della Fifa di non estendere le eccezioni alle convocazioni per i Paesi dove sussista un obbligo di quarantena al rientro e le diverse limitazioni connesse alla diffusione della pandemia, creerebbero disparità competitive per le squadre che consentissero ai propri tesserati di viaggiare in tali Paesi. La situazione è pertanto molto delicata anche perché in Italia in questo periodo è previsto un isolamento di dieci giorni per chi rientra dal Brasile, così come tante altre nazioni extraeuropee come l’Argentina, mentre è di cinque giorni più una certificazione Covid-19 rilasciata dalle autorità sanitarie locali per chi arriva da Stati Uniti, Giappone e Canada. In questo modo tante squadre si troverebbero senza i loro migliori giocatori alla ripresa del campionato e al debutto nelle coppe. Per questo motivo cresce l’idea di non mettere in libertà chi rischia di finire in quarantena.

Dopo la rivolta partita dall’Inghilterra il presidente della Fifa Gianni Infantino ha così dichiarato: “Concedere i giocatori alle nazionali nelle prossime competizioni internazionali è questione urgente e di grande importanza. Serve una dimostrazione di solidarietà. Inoltre ha aggiunto che Inghilterra e Spagna condividono anche la responsabilità di preservare e proteggere l’integrità sportiva delle competizioni in tutto il mondo”. Per sciogliere il nodo quarantena Infantino ha anche scritto a Boris Johnson, al quale ha suggerito di applicare il modello di Euro 2020, dove le quarantene erano state abolite per calciatori e addetti ai lavori. È chiaro che la Fifa sta cercando di evitare un braccio di ferro da cui potrebbe uscire perdente con il rischio di alterare la regolarità delle qualificazioni ai Mondiali.

Tutto è partito dal rifiuto del Liverpool di concedere l’attaccante Mohamed Salah all’Egitto per due partite di qualificazione ai Mondiali, ma nel mirino ci sono soprattutto le trasferte in Sud America, ancora nel pieno dell’emergenza Covid. Ad aggravare la situazione è stata la decisione della Fifa di allungare di due giorni, da nove a undici, la finestra internazionale della Conmebol (la confederazione sudamericana) a settembre e ottobre, con la possibilità così di giocare tre partite alla volta e non due. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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