GIUSEPPE CONTE

L’occasione, questa volta, è quella della presentazione della scuola politica del Movimento, ma gli argomenti sono quelli che da giorni animano il dibattito politico e il confronto a distanza, a colpi di dichiarazioni tra il leader Cinque Stelle, Giuseppe Conte e il premier Mario Draghi.

L’invio delle armi in Ucraina, il Superbonus, il mancato voto sull’inceneritore a Roma (nel Decreto Aiuti). Questioni su cui il leader M5s insiste mostrandosi deciso a tenere il punto, tanto da ipotizzare che “ci sia qualcuno che voglia spingere Il Movimento fuori dal governo”. Un’allusione che prelude a una serie di contromosse, che agitano la maggioranza di governo: “Sulla norma relativa all’inceneritore spero non si pensi neppure lontanamente di calare la fiducia. La fiducia semmai la chiediamo noi”, afferma, “amareggiato e deluso” (come già dichiarato) per la “scorrettezza gravissima” compiuta in Consiglio dei ministri ad una forza politica che “sostiene il governo proprio sulla transizione ecologica”.

Uno dopo l’altro, e giorno dopo giorno, si fanno valere i distinguo. Dalla richiesta di sentire il premier Mario Draghi in Parlamento sull’invio delle armi in Ucraina (“mi pare abbiano aderito anche altre forze politiche, ed è stata accolta anche nel dibattito pubblico” nota Conte) alla vicenda del Superbonus che ha focalizzato, nelle ultime ore, lo scontro. “Io non so di quali Draghi parlare, se del Draghi che nel Consiglio dei ministri approva la norma che proroga il Superbonus o se del Draghi che va al Parlamento europeo a parlare male di una misura che ha consentito a lui di andare in giro per l’Europa a fregiarsi di un Pil del 6,6%”, osserva critico Conte.

Il premier, da parte sua, cerca di richiamare i partiti alla calma, forte del sostegno sul Dl Aiuti che gli arriva dal Pd, mentre proprio Enrico Letta tenta di stemperare le frizioni in atto. “Capita che ci siano questioni su cui abbiamo posizioni diverse” dal M5s “ma non ci sono strappi e non ci sono rotture” dice il segretario dei Democratici. “Con Conte ci parliamo quotidianamente. Siamo partiti diversi. Io rispetto la loro identità e autonomia e loro rispettano la nostra, stiamo andando bene insieme in tanti comuni per le amministrative. Sono convinto che continueremo a fare bene insieme“.

Ma le parole di Conte suscitano comunque una secca replica da parte del senatore Pd Andrea Marcucci: “Conte dice che qualcuno vuole spingerli fuori dal governo. A me sembra che siano i Cinque Stelle ad avere questo desiderio. E’ assolutamente sbagliato creare polemica su ogni provvedimento, siamo in una maggioranza istituzionale, si discute ma alla fine va privilegiato l’accordo nell’interesse dell’Italia“.

Un accordo che, a sentire però il leader M5s, sembra sempre più complicato: “Dobbiamo parlarci col Pd e capire quale sia l’orientamento: chi vuole lavorare con noi deve sapere che ci sono principi non negoziabili. Sul riarmo ha avuto un chiarimento tardivo, nel Conte II aveva sposato la transizione ecologica poi ci propone gli inceneritori. Noi non stiamo cambiando strategia. Chi lavora con noi deve chiarire quelle posizioni”. Intanto, la scuola politica “per la crescita personale e politica di tutti gli iscritti” può cominciare.

A cura Televideo – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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