E’ sicuramente un dato di fatto de la nuova variante omicron in tutto il mondo sia molto più contagiosa di quella precedente, la delta. Ma tra le due varianti esiste un particolare non da poco, l’ultima pare meno mortale che aggredisca le vie respiratorie superiori e per i vaccinati con la terza dose rimarrebbe una accentuata influenza. Ovviamente diverso il ragionamento per tutte quelle persone che non hanno ancora ricevuto almeno due dosi o il boster. La probabilità di finire in ospedale nelle corsie covid o terapie intensive è il 25,6% più alto e anche con gravi conseguenze.

Il vero problema come rimarca l’Oms è che la variante delta rimane presente in alcuni stati e rimane ancora pericolosa, se non si è vaccinati. Certo ci sono studi scientifici che presto potrebbe tranquillamente convivere con la specie umana con meno aggressività, ma per arrivare all’immunità di gregge occorre avere in ogni angolo della terra almeno il 95% dei vaccinati. Ovviamente come tutte le influenze più o meno gravi che colpiscono le vie respiratorie non tutti potranno guarire o sopravvivere, però dopo la comparsa del Covid-19 sono in arrivo nuovi farmaci orali in grado di respingere l’infezione.

A Novara sono state prescritte dall’Azienda ospedaliero-universitaria le prime pillole anti-covid Molnupiravir. Le prime confezioni sono arrivate il 5 gennaio e subito erano state distribuite ad alcune farmacie. “Abbiamo già dato indicazioni per le prime tre somministrazioni”, ha spiegato Diego Brustia, infettivologo del reparto di Malattie infettive. Il Molnupiravir va prescritto in determinate condizioni, in particolare nei pazienti con fragilità (oncologici, trapiantati, immunodepressi, grandi obesi). Il vantaggio principale di questa pillola è che il malato non ha necessità di recarsi in ospedale ma, la assume al proprio domicilio. E’ infatti il medico di base a presentare la scheda del paziente al reparto di Malattie infettive che da l’ok alla somministrazione e la Farmacia ospedaliera consegna poi le pillole. Secondo le prescrizioni si assumono quattro capsule (800mg) due volte al giorno per cinque giorni.

Ma sull’ipotesi dell’immunità di gregge è Matteo Bassetti del San Martino di Genova che ha spiegato a Buongiorno Benessere: “Se continuiamo a crescere con questi ritmi di 200-250 mila contagi al giorno – che vogliono dire almeno due o tre volte di più perchè i tamponi rapidi hanno un numero importante di falsi negativi – nella prossima primavera noi avremo oltre il 95% degli italiani tra vaccinati e guariti e quindi è verosimile che avremo raggiunto l’immunità di gregge”. “L’immunità di gregge ci proteggerà dalle forme più gravi, credo che a primavera potremo avere quella luce che da tempo speriamo di vedere”, ha sottolineato l’infettivologo.

“Omicron è più lieve di Delta, ma mantiene una probabilità di ricovero per il soggetto non vaccinato comunque molto alta rispetto a un’influenza. Per i vaccinati il discorso, ovviamente, cambia. La nostra situazione in Italia tra l’altro non è ancora così chiara: gira tanto la variante Delta”. Tra l’altro la grande forza della nuova variante non sarebbe tanto la letalità, tenuta a bada anche dai vaccini, ma la grande contagiosità. “Questo è comunque il virus respiratorio più contagioso della storia e può darci dei problemi per questo bisogna in fretta vaccinarsi e non ascoltare pensieri fuorvianti. Conviene ed è necessario fare la terza dose ai ragazzi di 12-15 anni perché completa il primo ciclo vaccinale e porta le difese a un livello tale che ci consente di coprire meglio soprattutto la variante Omicron, oltre alla Delta. La terza dose è fondamentale e chi non l’ha fatta la vada a fare. Adesso con il ritorno a scuola si organizzino i genitori per far fare loro la terza dose. E parlino con i pediatri per vaccinare i bimbi più piccoli di 5-11 anni. E’ un’opportunità che deve essere colta”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui