…O perlomeno iniziano a tornare, guarda caso con il Conte De Feudis sempre in campo, lui che si voleva lasciare a casa in estate ed una volta reintegrato, lasciarlo in panchina perché, data l’età, si diceva non reggesse i novanta minuti!?!?!?
Sinceramente non so se sia stata la spinta di buona parte dell’opinione pubblica e di qualche “cattivone” della stampa, oppure se mister Modesto, novello San Paolo sia stato miracolato sulla strada che da Rende porta a Cesena, ma lasciare in panchina l’uomo più esperto del lotto, ed anche l’unico che abbia un vago sentore di come si gestisce il centrocampo in una rosa di giovanotti anche giovani ma pure un “tantino” scarsi, pareva assai autolesionistico; non credo neppure che ci siano problemi di visibilità, di voler mettere l’allenatore in cattiva luce, perché De Feudis ha esperienza ma mica si crede Ronaldo e voglia decidere lui quando e dove giocare.
Non che con il capitano in campo il Cesena sia diventato il Barcellona, perché si continua a non vincere, però almeno una sistematina in mezzo la si è data, finalmente c’è qualcuno che sa dettare tempi e modi, oltre a poter essere un riferimento per i compagni in ogni frangente della partita, c’è chi sa fare il frangiflutti magari beccandosi pure un’ammonizione al momento giusto; poi è vero servirebbe un De Feudis con più tecnica e qualche anno in meno anche in avanti, per dare qualche pallone buono ad un Butic che si sbatte ma troppo spesso pare un “orfanello” alla mercè dei mastini avversari.

Vero, non si può avere tutto e forse pretendo, pretendiamo, un po’ troppo noi che vediamo il calcio in un modo un tantino sorpassato, quello dove ancora servono uomini in grado di dare l’esempio in campo e fuori, invece di tanti burattini che corrono e corrono, sembrano tanti bei damerini con un bel fisico palestrato, ma quando è ora non sanno cosa fare del pallone e ben che vada lo regalano al primo avversario che capita.
Ribadisco quanto già scritto più volte, il Cesena, questo Cesena, deve volare basso, fare i passi giusti, ma anche saper farsi amare e perché questo accada occorre metterci impegno, provarci, creare una base da cui ripartire; la dirigenza un anno dopo il fallimento ed il ritorno al calcio professionistico, ha deciso di azzerare tutto, compreso cosa e chi avrebbero meritato maggior considerazione, maggior fiducia, la possibilità di giocarsela nuovamente, specie coloro che nella scorsa infinita stagione avevano dimostrato di meritare di continuare a vestire la maglia del Cavalluccio.

Così non è stato, ognuno fa le proprie scelte e queste sono andate in un altro senso, che per il momento non è poi così gran che supportato dai risultati, per mille motivi, ma anche perché ci sono errori saltati subito al pettine, mancanze emerse immediatamente e, ad oggi, impossibili da colmare, pur con un budget che la maggior parte delle avversarie del girone, anche blasonate, si sognano.
Non è per fare sempre polemica, ma non si è cattivi se si scrive senza incenso, specie poi quando si registra unicamente quello che il campo dice, le risultanze del giudice finale, il prato verde; non si è cattivi se si guarda la classifica e ci si mette in conto anche quanto speso in sede di mercato, confrontandolo con quello della concorrenza, perché il calcio è anche questo, piaccia o meno a chiunque.

Non sono tra quelli che sognano, che parlano di play off, pur se non lascio porte chiuse a nessun risultato e vorrei con tutto il cuore che si arrivasse a giocarsi qualcosa di importante; non sono neppure contro la dirigenza e/o il mister, perché sono il primo a riconoscere che è più facile dire che fare, però mi si conceda di avere gli occhi per vedere e la testa per pensare, oltre alla possibilità datami dal mio editore di esprimere le mie idee, e se non so e non capisco di calcio di sbagliare anche io, poi se non sono il solo a pensarla in un certo modo, a dire e scrivere certe cose, può anche essere che capiti di avere ragione, anche se, come dice il proverbio, la ragione è dei fessi.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Valerio Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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