oro
I “compro oro” dopo i grandi affari del biennio 2010 e 2011 sono ora ad essere loro in crisi. Il settore sta attraversando una forte contrazione, che ha portato alla chiusura di tredicimila aziende nel triennio. Le aziende collocate in Italia – afferma Gianni Lepre, segretario di Oroitaly, l’organizzazione che riunisce le pmi dell’oreficeria – sono passate da circa 35 mila a 22 mila, con un fatturato medio praticamente dimezzato. Se prima, infatti, le aziende del settore fatturavano circa 550-600 mila euro l’anno, oggi i ricavi annuali non superano le 300 mila euro”. Tra le cause della involuzione settoriale vi è “la forte flessione del costo dell’oro che non porta più, come accaduto fino al 2013, 17 milioni di italiani a vendere almeno un monile per pagarsi una bolletta qualsiasi o il canone dell’affitto”. La fotografia del settore non va certo interpretata come un miglioramento della vita degli italiani che non hanno più necessità di vendere l’oro in casa, ma la versione realistica è che gli italiani hanno dato via quasi tutto del loro tesoretto e si sono impoveriti ulteriormente. I poveri in Italia infatti, dopo un’ultima relazione sarebbero circa sei milioni.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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