Nessuno deve dimenticare. Per quanto sia stato atroce, per quanto sia stato crudele, per quanto abbia sparso dolore e sangue, non dobbiamo dimenticare questo giorno. Esattamente 71 anni fa, i russi sconfiggevano le truppe tedesche, liberando i deportati nei campi di concentramento. Non oso immaginare cosa videro quei soldati quel giorno, ma posso solo immaginarlo e questo, credetemi, mi basta.

La follia di un uomo solo al comando e la scelleratezza di tutti quelli che l’ avevano seguito, ci ha portati a questa triste e amara conclusione. Ora, tutti noi, settanta anni dopo, siamo qui a ricordare, per non dimenticare quello che un popolo intero vorrebbe non aver mai vissuto. Sì, perchè si fa presto a dire: non dimenticare, ricordare affinchĂ© non succeda mai piĂą. Andatelo a dire a tutti quei figli, padri, madri, fratelli e sorelle, anziani e bambini che hanno visto la morte in faccia. Marchiati a fuoco con dei numeri come avviene con il bestiame, stipati in baracche fatiscenti, fatti lavorare come schiavi, avvelenati con il gas, ridotti a scheletri umani. Andatelo a chiedere ai milioni di persone che hanno vissuto quell’ orrore, se vogliono riaprire questa ferita, se a loro va di rivivere quei momenti infernali.

Quanto l’ uomo può diventare crudele e assetato di sangue verso un suo simile? Tanto, immensamente, purtroppo. Sterminare un popolo che aveva solo la “colpa” di essere ebreo è stato l’ obiettivo di un uomo (per meglio dire un diavolo in terra), Adolf Hitler, che solo a pronunciare il suo nome, fa paura. Anche noi italiani abbiamo contribuito a questo scempio, con la promulgazione delle leggi raziali e così tanti ebrei italiani sono morti come cani in quei campi. I nostri padri, i nostri nonni sono stati testimoni di un vero e proprio oltraggio a Dio. Sappiamo bene che, al giorno d’oggi, la vita umana ha sempre meno valore, tra omicidi, stragi e suicidi, si contano piĂą decessi che nascite. Ma nessuno è riuscito ad eguagliare la ferocia mostrata da Hitler verso il popolo ebraico. Un giorno all’ anno non basta per ricordare questo genocidio. Un giorno passa in fretta, e di questi tempi le ore corrono ancora piĂą veloci. Sarebbe cosa buona e giusta, ricordare tutti i giorni questa immane tragedia, ogni giorno scrivere qualcosa, organizzare conferenze nelle scuole, qualche mostra sul tema, sensibilizzare l’ opinione pubblica insomma. Un giorno all’ anno non basta per ricordare tutto quello schifo. Concludo dicendo che siamo tutti cittadini del mondo, ognuno con la propria religione e modo di essere, ma siamo tutti uguali. Per evitare che tutto questo male non ricada ancora su di noi, dovremme smettere di odiarci e provare a capirci un po’ di piĂą. Non è difficile, ma è la parola “provare” che non tutti riescono a capire. Per provare bisogna sforzarsi e in molti preferiscono odiare, è meno faticoso.

Puntare il dito è sbagliato a prescindere e se continueremo ad alzare le mani solo per picchiare e non per accarezzare il nostro vicino, verremo, inevitabilmente, schiacciati dal nostro stesso odio. Vogliamo fare veramente questa fine?

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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