A Gerusalemme, Ebrei, Cristiani e Musulmani venerano uno stesso luogo: la vetta del Monte Moriah.

Secondo la Bibbia proprio su tale roccia si consumò il sacrificio di Abramo, nei quali i Padri della Chiesa cristiana videro l’anticipazione della passione di Gesù, ma è anche il luogo, secondo la tradizione islamica, in cui venne a raccogliersi Maometto quando fu portato in cielo.

Nel X secolo a.C. il re Salomone aveva costruito in quel luogo il tempio di Gersusalemme.

Nel I secolo dell’egira (cioè il VII secolo d.C. dato che l’era dei musulmani inizia nel 622 dell’epoca cristiana) il califfo omayyade di Damasco Abd al-Malik fece costruire la celebre moschea, detta “di Omar”; in quell’edificio ottagonale di marmo bianco ornato di porcellane policrome e sormontato da una cupola, la roccia sacra è incastonata come in uno scrigno.

Nel 1118, meno di vent’anni dopo la fondazione del regno Cristiano di Gerusalemme da parte dei crociati di Goffredo di Buglione, nove cavalieri francesi decisero di insediarsi su quell’altura, confluenza simbolica delle tre grandi religioni monoteiste.

Essi erano Hugues de Payns, André de Montbard, Payen de Montdidier, Geoffroy de Saint-Omer, Archambaud de Saint-Amand, Geoffroy Bisol, Gondemar e Rossal, ai quali si aggiunse successivamente Hugues de Champagne.

Si erano recati in quel posto con un ruolo ben preciso: formare il nucleo di un nuovo tipo di cavalleria sia monastica che militare.

Le rovine del tempio di Salomone avrebbero così conosciuto una nuova vita.

In passato, nella Magna Grecia, i discepoli di Pitagora avevano istituito una confraternita che, per certi aspetti, anticipava la finalità du Hugues de Pains e dei suoi amici, poiché aveva caratteristiche religiose e politiche e, nel XII secolo, organizzazioni del genere non erano ignote ai fedeli dell’Islam.

Per il mondo cristiano però l’idea era del tutto nuova e poteva apparire persino paradossale.  

I nove pronunciarono davanti al Patriarca cristiano di Gerusalemme Teoclete, sessantasettesimo successore dell’apostolo Giovanni, i tre voti di castità, povertà ed obbedienza che facevano di loro dei religiosi, anche se non ne portavano ancora l’abito; allo stesso tempo, in qualità di soldati, assicuravano da soli la difesa del pericoloso passo d’Athlit, che dominava la strada tra Gerusalemme e S. Giovanni d’Acri.

Dieci anni dopo, i cavalieri del Tempio che avevano eletto a loro capo Hugues de Payns erano diventati trecento e comandavano una milizia di  3.000 uomini: la loro missione era di garantire la sicurezza delle strade in Terra Santa.

Poichè a quel tempo vivevano di elemosina, vantavano il titolo di “poveri  cavalieri del Cristo”.

I Templari nutrivano progetti ambiziosi che riuscirono a realizzarli soprattutto per il sostegno ricevuto dal più antico e cospicuo Ordine religioso dell’Occidente con a capo S. Bernardo.  

Nato nel 1090 da una delle più nobili famiglie di Borgogna, quel piccolo uomo rossiccio, malaticcio ma dotato di una volontà di ferro e di una prodigiosa intelligenza, fu una delle figure più significative del XII secolo; costruttore, predicatore, teologo e diplomatico, venne soprannominato “l’arbitro dei re e dei papi”.

A 23 anni era già il capo riconosciuto dei Benedettini di Citeaux, a 25 anni fondò l’abbazia cistercense di Clairvaux su terre donategli dal Conte Hugues I de Champagne, sovrano di un piccolo stato.

Hugues de Champagne a sua volta non tardò ad abdicare per recarsi a Gerusalemme e fondare l’Ordine del Tempio assieme a Hugues de Payns, che era suo primo ufficiale e di André de Montbard che era lo zio di S. Bernardo.

Nel 1127 Hugues de Payns chiese all’abate di Clairvaux di intercedere con il Papa Onorio II  per ottenere il riconoscimento ufficiale dell’Ordine del Tempio.

Bernardo non si fece pregare e scrisse subito un encomio a favore dei Templari.  

Dopo  aver delineato un ritratto severo della cavalleria laica, giudicata futile, inefficiente in combattimento e pavida, esaltò la disciplina e la semplicità dei  monaci soldati: Tutti abitano nella stessa casa senza possedere personalmente nulla, ognuno lungi dal sentire la propria volontà, si affretta ad ubbidire a quella del capo; non si acconciano i capelli e fanno raramente il bagno, li si vede trascurati, irsuti, neri di polvere, la pelle bruciata dal sole e brunita come la loro armatura. Ma quando suona l’ora della guerra, essi si bardano internamente di Fede, esternamente di ferro e non di indorature. Nulla li ferma, né il loro piccolo numero, né la paura della ferocia di nemici innumerevoli”.

Preceduti da tale elogio, Andrè de Montbard e Gondemar partirono per Roma dove il Papa li ricevette a braccia aperte.

Il 13 gennaio 1128 un Concilio venne tenuto a Troyes, capitale di Hugues de Champagne, per dare una costituzione all’Ordine dei Templari.

Non vi sono altri esempi di un Ordine religioso proclamato da un Concilio: la garanzia concessa dalla Chiesa ai monaci-soldati fu di una solennità  eccezionale.

S. Bernardo fu l’anima del Concilio di Troyes e stese di persona il regolamento, il codice di vita dei Templari.

A cura di Barbara Comelato – Foto Repertorio 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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