Erano pronti ad assaltare il caveau di un istituto privato di vigilanza in provincia di Brescia in cui erano custoditi gli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona per circa 80 milioni di euro. Sono finite in manette trentuno persone specializzate in assalti a furgoni blindati e caveau, in gran parte provenienti da Cerignola (Foggia).

Fra coloro finiti in carcere figurano anche due guardie giurate “infedeli”, dipendenti dell’istituto di vigilanza obiettivo della rapina, accusati di aver svolto il ruolo di basisti. Durante l’operazione sono stati inoltre sequestrati quattro kalashnikov, un fucile a pompa, una mitraglietta UZI, una pistola (con svariate munizioni), ventuno bottiglie Molotov e chiodi a quattro punte.

Gli arrestati che si erano radunati ed erano pronti a entrare in azione nella tarda serata erano ignari di essere monitorati dalla Squadra Mobile di Brescia e dal Servizio operativo dei Carabinieri, con il coordinamento della Direzione anticrimine della Polizia di Stato. Gli investigatori hanno seguito i movimenti degli arrestati dallo scorso ottobre, documentando tutte le fasi della pianificazione del colpo, tra cui i sopralluoghi e i viaggi dalla Puglia verso il bresciano dei vari elementi del gruppo criminale.

Attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, poi, è stato possibile monitorare la cura ossessiva degli aspetti logistici, tra cui il reperimento degli alloggi presso strutture ricettive che omettevano la comunicazione dei dati dei clienti, per evitare i consueti controlli della Questura. Gli indagati, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche della ‘Ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato circa venti autovetture, furgoni e camion destinati a essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse e impedire l’intervento delle forze dell’ordine; nella loro disponibilità anche una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau.

La strategia dei rapinatori era di intervenire contemporaneamente partendo da luoghi diversi, comunicando con telefoni “dedicati” e apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi da un capannone industriale (dove erano stati nascosti i mezzi rubati), mentre altri due gruppi erano pronti da due “covi”. L’operazione anticrimine è stata condotta contestualmente su tutti e tre gli obiettivi, impiegando oltre 300 uomini e mezzi speciali, con il decisivo intervento dei poliziotti del Nucleo Centrale Operativo di Sicurezza (NOCS).

Le indagini sono state il frutto di un lavoro sinergico e di coordinamento operativo tra il personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, in cui sono state coinvolte anche le Squadre mobili di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona e i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Brescia.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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