Che cos’è la Bellezza Collaterale? Che cos’è l’Amore, il Tempo e la Morte? Come si riesce a catturare il meglio da queste tre entità astratte? Parlandoci, scrivendo lettere, confrontandosi con loro.

Ecco, il film” Collateral Beauty”, in cui Will Smith interpreta un padre a cui è morta la figlia a soli 6 anni a causa di una rara malattia, ci spiega queste improbabili conversazioni. Il dolore più grande per un genitore è quello di sopravvivere a suo figlio. Quando muore un figlio, l’amore scompare, il tempo si dilata e si vuole solo finire di soffrire. Ripartire, ritornare alla vita sembra un’impresa titanica. Quando, però, ci troviamo di fronte la morte travestita da anziana signora, o il tempo che si presenta a noi come un ragazzo arrogante che non aspetta nessuno e l’amore, invece, che veste i panni di una dolce ragazza, sensibile e profonda, allora qualcosa in noi scatta, un interruttore si accende e partiamo a razzo.

Cosa diremmo loro? Tu, Amore, dov’eri quando avevo bisogno di te? Tu, Morte, perché non hai preso me? E tu, Tempo, quando ci si diverte passi in un lampo, ma quando le cose vanno male, sei infinito, perché? Semplicemente perché non viviamo nelle favole e le cose brutte capitano. Una moneta ha sempre due facce e così la vita. Vivere, con la consapevolezza di non essere immortali, e di perdere quello che amiamo di più è un dato di fatto. Gli altri non ci potranno mai dire cosa provare e cosa pensare. Le altre persone non potranno mai vivere la nostra vita al nostro posto. La risposta è dentro di noi. La Bellezza Collaterale risiede nella nostra anima. Quando, finalmente, cambieremo il modo di guardare le cose e di guardarci dentro, allora riusciremo a cogliere la bellezza del tutto.

Banalità? Frasi fatte? Non lo so, non credo, magari sì e con questo? In questo film, non era solo il protagonista a dover superare qualcosa, anche i suoi colleghi di lavoro avevano bisogno di aiuto. Problemi personali, di salute, rapporto con i figli, voglia di maternità, ovvero amore, tempo e morte. Si riduce tutto a questo? Sì, forse, ma accettare la caducità della nostra esistenza è il primo passo per vivere una vita piena.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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