POSTO OCCUPATO CONTRO IL FEMMINICIDIO SCARPE ROSSE

Il 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999. In questa giornata sono state tante le iniziative intraprese per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo drammatico tema.

La violenza di genere è un fenomeno complesso che ha radici culturali antiche e che richiede, per essere portato alla luce e adeguatamente contrastato, una strategia globale e una pluralità d’interventi di natura diversa, che spaziano dall’adozione di specifici strumenti normativi a una mirata attività preventiva e repressiva delle forze di polizia; all’impegno della magistratura; alla tutela delle vittime da parte delle istituzioni pubbliche e della rete di associazioni; alla sensibilizzazione degli operatori sanitari; al coinvolgimento delle agenzie educative, prime fra tutte la famiglia e la scuola.
Con l’introduzione del cosiddetto “Codice rosso”, la legge ha definito nuove fattispecie di reati e modificato il codice penale, il codice di procedura penale e altre disposizioni in modo da tutelare con più efficacia le vittime di violenza domestica e di genere.

Nello stesso sono trattati anche i cosiddetti reati spia, vale a dire tutti quei comportamenti che sono indicatori di violenza di genere come i maltrattamenti in famiglia, gli atti persecutori, lo stalking, la violenza sessuale. Nell’esame degli omicidi di donne, sono evidenziati il modus operandi e le tipologie delle vittime, degli autori e le relazioni che intercorrono tra loro. Nella terza settimana di novembre sono stati registrati undici omicidi, nove dei quali commessi in ambito familiare/affettivo, sei le vittime di genere femminile, tre delle quali uccise da partner o ex.

Agli omicidi continuano inoltre ad accompagnarsi altri gravi crimini che producono sulle vittime seri effetti fisici e psicologici. Nell’attesa di potenziare la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, sono in corso di perfezionamento numerosi progetti da parte delle istituzioni pubbliche, delle associazioni e del privato nel sociale. La Polizia di Stato, da sempre attenta a questo fenomeno, ha dato alle sue donne e ai suoi uomini una formazione multidisciplinare per il miglior approccio negli interventi in casi di violenza ed ha al suo interno figure professionali, quali medici e psicologi, che svolgono attività di supporto e sostegno alle vittime oltre che di formazione a tutto il personale. Anche la tecnologia è stata sfruttata a supporto degli operatori.

Finalizzata a ricostruire e collegare i diversi episodi di violenza o minaccia che riguardano uno stesso indirizzo o persona, è possibile pianificare nel modo più corretto gli interventi. Infatti, conoscere in anticipo se ci sono minori o persone con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol e se la vittima in passato ha subito lesioni, permette di calibrare al meglio l’operatività. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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