I  fenomeni climatici estremi si moltiplicano. Negli ultimi 50 anni eventi come tempeste, inondazioni e siccità, sono cresciuti di ben cinque volte. Se negli anni ’70 il mondo aveva infatti una media di circa 711 disastri meteorologici all’anno, dal 2000 al 2009 si è arrivati a 3.536 all’anno, circa dieci al giorno. Disastri che uccidono: negli anni ’70 e ’80 una media di circa 170 vittime al giorno, mentre negli anni 2010 il bilancio è sceso a circa 40 vittime al giorno.

Questi eventi estremi hanno anche un costo elevatissimo: dal 2010 al 2019 hanno pesato per un equivalente pari a 1,38 trilioni di dollari. E’ quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della meteorologia, che prende in esame più di 11.000 disastri meteorologici degli ultimi cinquant’anni.

Più del 90% degli oltre 2 milioni di morti – spiegano gli esperti del World Meteorological Organization – in quelle che l’Onu considera nazioni in via di sviluppo, mentre quasi il 60% dei danni economici si è verificato nei Paesi più ricchi.

I cinque disastri meteorologici più costosi dal 1970 sono stati tutti tempeste negli Stati Uniti, superati dall’uragano Katrina del 2005.

I cinque eventi più letali si sono verificati in Africa e in Asia, superati dalla siccità e dalla carestia etiope a metà degli anni 80 e dal ciclone Bhola in Bangladesh nel 1970. Buone e cattive notizie “La buona notizia  – ha spiegato Petteri Taalas, segretario generale del Wmo – è che siamo stati in grado di ridurre la quantità di vittime nonostante la crescita dei disastri: ondate di calore, eventi alluvionali, siccità, e soprattutto tempeste tropicali intense come Ida, che ha colpito recentemente la Louisiana e il Mississippi negli Stati Uniti.

La cattiva notizia, invece, è che le perdite economiche sono cresciute molto rapidamente e questa crescita sembra destinata a proseguire.

Vedremo più eventi estremi a causa del cambiamento climatico e – aggiunge – questi fenomeni continueranno nei prossimi decenni”. Gli esperti del Wmo ritengono infine che migliori rilevazioni meteorologiche e le più avanzate tecnologie stanno contribuendo a ridurre il numero dei morti.

Samantha Montano, professoressa di gestione delle emergenze alla Massachusetts Maritime Academy e autrice del libro ‘Disasterologia’, si dice però preoccupata che il numero di morti “possa smettere di diminuire a causa dell’aumento degli eventi estremi dovuti al cambiamento climatico che colpisce specialmente le nazioni più povere”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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