CITTA’ VERDI A MISURA DI BAMBINO
Chi si ricorda gli anni 60’, chi si ricorda una hit di Adriano Celentano, dal significato moderno, che si intitolava “Il ragazzo della via Gluck”?
Quella canzone, io me la ricordo bene, con un testo apparentemente banale, entro’ nella storia.
Il ragazzo di quella celebre canzone della meta’ degli anni 60’cantava, con nostalgia, di una via circondata dall’erba, ma che ora era sommersa dal grigio cemento degli edifici.

Sono passati decenni da questa canzone di protesta, eppure il suo significato resta ancora di grande attualita’, si potrebbe dire che sia
stata “profetica”. Ora parliamo di consumo di territorio, di lottizzazioni ai limiti, oltre ogni normativa edilizia.
Capita spesso che in alternativa a recupero di edifici gia’ esistenti ma in disuso, si preferisca creare nuovi agglomerati da edificare.
La chiusa finale del testo di questa folk song di protesta aveva un interrogativo semplice, ma diretto: perche’ “non lasciano l’erba”?
Tanta roba, che fa riflettere!

La prima domanda che viene spontanea ai nostri giorni e’: che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?
E soprattutto, in che modo possiamo insegnare loro l’Amore e il rispetto per la natura? Solo ora stiamo prendendo coscienza della questione ambientale:
mari inquinati, fiumi coperti da schiume, aria irrespirabile e intrisa di particelle dannose per la salute.
A fare i conti in tutta questa pattumiera a cielo aperto non siamo solo noi esseri umani, ma anche tutte le specie animali che popolano il
pianeta. Nessuno nasce con il rispetto per l’ambiente, e il verde incorporato, anzi, l’uomo per sua vocazione, ha un rapporto contrastato con la
natura, e non e’ sempre portato a riconoscerla e rispettarla. Da qui l’importanza di un educazione ambientale, che parta dall’infanzia, e che coinvolga le mamme, i papa’, a catturare i bambini con gli stimoli e l’attenzione alla salvaguardia del verde, che indirettamente significa renderli sensibili al loro futuro e al mondo che vogliono.

Basta poco per trasmettere ai propri figli uno stile di vita eco-sostenibile, l’importante e’ farlo in maniera divertente e creativa.
Allora sara’ bello coinvolgere i bambini nel processo di smaltimentodei rifiuti prodotti in casa, insegnando loro come fare la raccolta differenziata, e soprattutto spiegando loro cosa accadrebbe se tutti i rifiuti venissero accatastati senza alcun criterio.
Insegniamo loro anche quanto sia importante non contribuireall’inquinamento dell’aria che respiriamo, che e’ bene muoversi in bicicletta, che l’acqua non va sprecata, e che i rubinetti vanno chiusi.
E del verde pubblico ne vogliamo parlare?
La progettazione degli spazi urbani e’ una variabile essenziale per la qualita’ della vita sia degli adulti, ma anche e soprattutto dei minori.
Godere di spazi vivibili e ben progettati e’ un valore aggiunto anche sul piano educativo e culturale, se sono concepiti a misura di bambino oppure no: e’ importante se una citta’, un quartiere o unastrada, o una piazza sono concepiti a misura di bambino oppure no.

Gia’ all’inizio del secolo scorso Maria Montessori aveva intuito il legame speciale che esiste tra infanzia e natura, cogliendone le immense profondita’ educative. In un suo libro “La scoperta del bambino” (1950) aveva indicato proprio nelle potenzialita’ educative insite nel rapporto ambiente naturale-adolescenza il presupposto sul quale costruire la crescita.

E allora e’ importante che i genitori e soprattutto le mamme, che tradizionalmente sono iperprotettive, imparino che “ il fatto piu’ importante per far crescerei propri figli risiede proprio possibilmente nel liberare i fanciulli/e dai legami che li isolano nella vita artificiale
creata dalla convivenza cittadina”.

E allora cerchiamo tutti di coltivare il “ nostro giardino” e, come diceva Il ragazzo della via Gluck, lasciamo anche l’erba e i fiori, condizione necessaria per diventare cittadini “liberi e consapevoli”!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Rai

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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