Non c’è bisogno di rievocare Maurizio Arcieri e la sua canzone (estate 1968, con il Milan scudettato), così come rispolverare il mitico Boskov, per considerare l’attesa posta in questa ventiquattresima giornata, che potrebbe non decidere l’assegnazione del tricolore, ma dare parecchi indicazioni rispetto a quante possono ancora vincerlo e chi, eventualmente, potrebbe averlo invece perso.

Reduci dal riposo da raduno della Nazionale (ma occorreva fermarsi per rispolverare Balotelli?), che chissà se è servito a recuperare condizione o a rompere un momento favorevole, con il mercato finito e le solite esaltazioni/contestazioni dei tifosi (e giornalistiche), con Sanremo che (per fortuna) va in archivio dopo essere parso più il festival dell’ostentazione che della canzone, da registrare ci sono le dimissioni del Presidente della Lega di Serie A, che va in America con animo leggero per togliersi da un pollaio ingovernabile e c’è il “rinnovo” del presidente della Repubblica, dopo che anche a livello politico c’è stato mercato su nomi e candidature, mentre alla fine Sergio Mattarella ha detto nuovamente sì, come se Belotti o Dybala si sedessero davanti a Cairo/Agnelli dicendo che firmano ma non con aumento più o meno stellare, no, che si “accontentano” di quanto percepivano, anche perché, a differenza di Mattarella, non è che da un po’ di tempo a questa parte abbiano fatto vedere mirabilie …. e non è che abbiano guadagnato come un operaio ….

In ogni caso ci si attendono molte risposte dalla giornata numero ventiquattro, dato che gli scontri interessanti sono molti, ed anche quelli che non interessano le prime, come le ultime posizioni, promettono molto, a partire dal Roma-Genoa che apre il turno.
I giallorossi vogliono dare finalmente continuità alle loro prestazioni, mentre i rossoblu dopo il pari interno contro l’Udinese, vogliono tentare di scalare la classifica senza guardare chi è l’avversaria; ne viene fuori una partita dove la formazione di casa preme di più ed è maggiormente pericolosa, ma serve il recupero per vedere un gol, annullato a causa di un fallo commesso dieci secondi (magari anche qualcuno in più) prima che Zaniolo infili Sirigu.
Tutto da rifare, peccato che di tempo non ce ne sia più e dopo l’espulsione di un genoano, tocca proprio a Zaniolo finire anticipatamente sotto la doccia per le proteste successive all’annullamento della sua rete; l’attaccante romanista, al centro di voci di mercato che a due anni dalla fine del contratto lo vogliono nel mirino, guarda caso della Juventus, è stato tra i migliori, ma poi rovina tutto e rischia di saltare le due prossime uscite contro Sassuolo e Verona, importantissime per la classifica romanista …. e smettiamola di far passare il giocatore per una vittima, dato che non è la prima volta che combina qualche casino, o ce lo dimentichiamo? Poi, uno che dice per tre volte all’arbitro …. ma che ca..o fischi …. dobbiamo anche dargli una medaglia? E basta per favore!

E il Genoa? Presto per dire se con il nuovo allenatore le cose si sistemeranno, anche perché a forza di 0-0 non si prendono gol, ma di passi avanti in classifica se ne fanno troppo pochi per la salvezza ….
Il derby meneghino è “l’ombelico del mondo” della giornata, con l’Inter che vuole scappare ed il Milan che, reduce da un periodo tutt’altro che scintillante, vuole invece accorciare le distanze, un po’ come hanno fatto i nerazzurri all’andata; le differenze oggi ci sono, non poche, ed il primo tempo le mette tutte in evidenza, anche se l’Inter dopo il vantaggio non riesce a dare il colpo di grazia e ….
…. come spesso accade paga dazio; bastano cinque minuti, quelli del titolo, perché la partita si ribalti, con un Giroud sin lì tra i peggiori, che si ricorda di essere un grande giocatore e diventa un vero e proprio …. diavolo!

Neppure il derby è esente da contestazioni su alcune decisioni arbitrali di cui, questa volta, sarebbe il Milan il beneficiario, come a dire che a lamentarsi c’è chi ci guadagna; certo è che qualche giallo ci sarebbe voluto prima ed il rosso a Theo Hernandez sarebbe arrivato piuttosto in anticipo, così come capita che l’azione del 1-1 sia iniziata con un possibile fallo su cui Guida, ma soprattutto il VAR, ha sorvolato …. con le conseguenze conosciute e chissà se questa volta qualche milanista darà ZERO in pagella all’arbitro? Insomma, a fischiare troppo velocemente o a non fischiare del tutto, capita che non ci sia differenza tra lo sbagliare o meno …. e poi perché tanta differenza anche nelle scelte del VAR? Non è meglio perdere dieci secondi in più qualche volta?
Comunque sia, al termine della ventiquattresima l’Inter sarà ancora in testa e con una partita da recupere, però la testa sarà sempre sgombra di pensieri e di eventuali dubbi? Essere i più bravi per settanta minuti non basta se poi commetti errori che determinano una sconfitta largamente evitabile; il Milan invece torna in corsa e dimostra di avere carattere e, diciamolo, anche la giusta dose di fortuna, restando in partita ben oltre i propri meriti e poi facendo bottino pieno in un sabato in cui poteva dire addio al sogno scudetto.

Andando oltre il 2-1 finale, l’Inter resta più forte, la più forte, ma deve riuscire ad evitare scivoloni che cambiano qualcosa, poco, in classifica, ma potrebbero essere pericolosi per quello che succede nella testa dei calciatori, cosa sempre imprevedibile.
Fiorentina-Lazio è un altro incontro da seguire dopo le tante polemiche, e contestazioni anche feroci, successive al mercato, che hanno coinvolto non solo il “traditore” Vlahovic, ma entrambe le Società, finite nel mirino di tifoserie che si sono sentite più che solamente deluse.
Italiano e Sarri devono dare risposte sul campo, anche perché la corsa verso l’Europa è difficile, ma un paio di posti ci sono in palio e la concorrenza mica è poca; inoltre non si può dire che entrambi i mister siano rimasti soddisfatti dal mercato e possono fare buon viso a cattivo gioco, ma cosa pensano è ben evidente anche solo tra le righe delle loro dichiarazioni.

La partita è aperta, e come al solito zeppa di errori, specie difensivi, quelli che alla fine fanno la differenza ed un 3-0 laziale che può fare parecchio male ai viola e chissà quanto bene alla Sarri band, perché i picchi in alto come in basso sono il filo conduttore della stagione dei biancazzurri.
Atalanta-Cagliari è scontro testa-cosa piuttosto interessante, con i bergamaschi non proprio nel loro momento migliore, a differenza dei rossoblu che stanno risalendo la china; cosa confermata sul campo dai fatti, salvo che anche a Bergamo arbitro e VAR ci mettono lo zampino, convalidando la rete che porta in vantaggio i sardi dopo un evidentissimo fallo di mano; ora, va bene che il pallone prima tocca il petto dell’attaccante rossoblu, ma poi senza la mano il pallone sarebbe passato oltre e quindi?

Poi effettivamente la Dea si butta via e non è neppure fortunata, ma il momento è questo e con esso sfuma anche il quarto posto, mentre Mazzarri recupera il quart’ultimo che oggi, recupero del Venezia permettendo, varrebbe la salvezza.
Proprio a Venezia prosegue invece la rincorsa del Napoli, che vince una partita difficile, ritrova il gol di Osimhen e crede ancora di più nella possibilità di arrivare allo Scudetto, mentre i lagunari soffrono e si ritrovano in piena zona retrocessione, senza particolari demeriti e con una partita da recuperare, ma anche senza dimostrare la forza di qualche settimana fa.

Forza che pare avere perso anche il Sassuolo, nonostante i suoi “fenomeni”, che però quando le cose non vanno bene come a Torino, servono poco o nulla, facendo sembrare la Sampdoria un novello Real Madrid; il 4-0 finale è lo specchio della pessima giornata neroverde, neppure la prima, mentre la Samp si toglie dalle sabbie mobili con la cura del professore.

Nulla di fatto invece a Bologna, dopo i felsinei e l’Empoli si dividono la posta al termine di una partita in cui le occasioni, ed il gioco, non sono state gran che; la formazione di Andreazzoli meriterebbe anche di più, però finalizza male o trova il portiere avversario che fa al meglio il proprio mestiere.

Approfitta della sosta al meglio l’Udinese, che batte il Toro al quale invece la sosta ha fatto male, così come continuano a fare male i minuti finali, questa volta addirittura il recupero, dato che i friulani vincono con una punizione ed un rigore al novantaduesimo ed al novantasettesimo; il Toro ha sicuramente un’impronta totalmente diversa dal recente passato, ma c’è ancora moltissimo da lavorare, soprattutto su queste disattenzioni senza le quali non sarebbe sbagliato collocare i granata a livello delle romane.

Serata novità per la Juventus, che proprio con i due nuovi arrivi batte un Verona non proprio scintillante; certo Vlahovic era il terminale che la Juve non aveva e già aver recuperato il quarto posto in classifica è un’ulteriore vantaggio anche per il morale della banda Allegri.
Il gioco continua a non essere scintillante, ma anche quando vinceva Max non ha mai prodotto spettacolo allo stato puro, ed alla Juve tutto vogliono salvo che non vincere, a qualsiasi condizione ed anche giocando così così; certo l’arrivo di Vlahovic toglie parecchie castagne dal fuoco e almeno la zona Champions dovrebbe (meglio sempre usare il condizionale) essere più che alla portata dei bianconeri.

A finire ecco Salernitana-Spezia, con i granata che devono vincere a tutti i costi, mentre gli spezzini vogliono continuare la loro rincorsa verso la salvezza; ne viene fuori una partita generosa e che ha nei calci piazzati il succo dei novanta e rotti minuti ….
…. da quanto infatti Verdi non centrava la porta su punizione e lo Spezia da quando non si vedeva assegnare un rigore a favore? All’Arechi tutto si raddoppia, Verdi segna due punizioni e lo Spezia tira due rigori nella stessa partita, roba da record, ma roba da 2-2 finale, che se fa gioire i liguri, lascia l’amaro in bocca ai ragazzi di Colantuono; salvarsi non sarà facile senza vittorie e le partite sono sempre meno!

Ci si attendeva molto dalla giornata numero ventiquattro e le attese sono state rispettate, con una giornata che ha rimescolato parecchie carte, davanti come dietro …. per fortuna!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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