Michal Kwiatkowski celebrates on March 25, 2016 during the 59th edition of the 'E3 Prijs Vlaanderen Harelbeke' cycling race, 215,3km from and to Harelbeke. / AFP / BELGA / DAVID STOCKMAN / Belgium OUT (Photo credit should read DAVID STOCKMAN/AFP/Getty Images)

Sarà l’edizione numero centodieci, quella che sabato porterà 175 corridori da Milano a Sanremo, nel classico percorso di 2919 chilometri; venticinque formazioni, sette corridori per squadra, si daranno battaglia nella prima delle grandi classiche di primavera, con Vincenzo Nibali che, quale vincitore dell’ultima edizione partirà con il numero uno sulla maglia.
La partenza della “Corsa dei fiori” avverrà poco prima delle dieci da via della Chiesa Rossa, dopo il trasferimento da Piazza Castello, sede di ritrovo e del foglio firme, mentre l’arrivo è previsto in via Roma, intorno alle diciassette, dopo la picchiata giù dall’ultima asperità, quel Poggio che, inserito dal 1961, ha spesso determinato l’esito della corsa.
Percorso lunghissimo quello della Sanremo, anche se ormai non siamo più all’inizio della stagione, visto che si corre dal primo gennaio al trentuno dicembre senza interruzioni, percorrendo davvero le strade di tutto il mondo, in salita come nel deserto; allo stesso modo che dire del “terribile” Turchino, posto a 150 chilometri dal traguardo, o dei tre Capi (Mele, Cervo, Berta), cui dal 1982 è stata inserita la salita della Cipressa, per rendere più dura ed incerta la corsa e dare maggiori possibilità di vittoria anche a coloro che, mancanti dello spunto veloce, non potevano certo competere in un eventuale sprint finale.
Come detto sono 175 gli iscritti e l’elenco è davvero splendido, con un campo favoriti di assoluta qualità, tra cui mancheranno, purtroppo, il recente vincitore della Parigi-Nizza, Egan Bernal e Primoz Roglic, che alla Tirreno-Adriatico ha preceduto di pochi centesimi di secondo (31) Adam Yates; ma è difficile pensare che il Campione del Mondo Valverde, l’ex iridato Sagan, Alaphilippe, Dumoulin ed i nostri Nibali e Viviani, giusto per fare qualche nome, non rendano avvincente ed incerta sino all’ultimo la corsa.
D’altra parte, come già detto, ogni team sarà formato da soli sette corridori, numero limite nelle grandi corse deciso anche per ragioni di sicurezza, che certamente toglie la possibilità di vedere qualche personaggio illustre (pensiamo solo alla Sky ed a quanti campioni finiscono per restare a casa), ma certo non toglie spettacolo ad una corsa che poche volte è stata parca di emozioni e vede nell’albo d’oro il meglio del ciclismo di ogni tempo.
Il ciclismo è troppo spesso nell’occhio del ciclone, per vari motivi, ma ciò non toglie che rimanga uno degli sport preferiti dalla gente e che sia quasi impossibile anche solo il pensare manchi quel seguito dei tanti appassionati e curiosi assiepati ai lati delle strade nell’attesa del passaggio della corsa; certo la fatica dei protagonisti è palpabile e la si avverte anche solo attendendo un passaggio veloce del gruppo unito, così come sono magnifici i colori che il ciclismo porta sulle strade, un arcobaleno che non è solo quello di chi gareggia, ma anche di coloro che la fanno solo da spettatori.
Sarà che basta una bicicletta, piccola o grande che sia, costosissima o da passeggio, per potersi sentire un campione, rivivere pedalando per gioco le gesta di coloro per i quali tifiamo, ma il ciclismo rimane, nonostante tutto, un enorme veicolo che fa muovere la gente, che crea entusiasmo, ed anzi, a volte sarebbe necessario un comportamento diverso da chi, spettatore, rischia di rovinare gli sforzi (e magari la carriera) di chi gareggia, volendo ergersi a protagonista sconsiderato e da condannare in tutti i modi.
Da Milano-Sanremo, 291 chilometri tutti da pedalare e, per noi spettatori, da godere, augurandoci che sia spettacolo genuino ed avvincente, con il migliore a tagliare per primo il traguardo, braccia levate al cielo e …. un applauso, un buon divertimento ed un grazie a tutti.

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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