Caro Giorgio, un amico è per sempre e TU per me lo sei ancora, anzi oggi più che mai: oggi che non usciamo più assieme tra le vie di Bologna che portano al Dall’Ara, oggi che non ascolti più le mie lamentele al telefono per le tue fragilità, oggi che le nostre vite sono cambiate e tu chissà dove sei e chissà cosa stai facendo, non essendo sotto il portico di casa mia dove il vento del mare ci addolciva nel nostro discorrere fino a tardi.

Sarai per sempre un fratello, mio amico perché una parte di te, sarà sempre con me ed è proprio questo che mi fa sperare che andrà tutto per il meglio, che un giorno ci ritroveremo con la tua compagna Manuela che ti amato, ti ama ancora. Nel frattempo faremo tutto quello che abbiamo fatto insieme finora: sorridere, divertirci e tifare fino alla morte per il Bologna, che tu conosci bene dai tempi degli scudetti gloriosi.

Sai, amico mio, un tempo non pensavo che ci saremmo allontanati così presto, che la mia e la tua vita avrebbero viaggiato su percorsi paralleli: un tempo davo per scontato che saremmo stati assieme per sempre. Quel tempo purtroppo è passato e mi ritrovo qui a pensarti e a scriverti, a immaginarti tra gli angeli in festa e a sperare che lì tu stia meglio.

Ti sei lasciato andare via per tua volontà, il covid lo avevi superato brillantemente, perchè avevi anticorpi di un ragazzino. C’è chi lo ha pensato, chi lo ha scritto, ma non è così. Il tuo carisma, la tua energia lentamente si è consumata come un cero pasquale. Avevamo provato, anche con parole dure, a farti cambiare idea, non lo hai voluto, posso, possiamo comprenderlo, ma almeno io, faccio fatica a perdonarti. Più per affetto che per scelta.

Ognuno di noi ha il diritto di ogni scelta anche di quella che fa sospirare e poi toglie l’ultimo respiro. Hai scelto di morire per resuscitare e poi rinascere.
Ci voglio credere, ma non ti perdono… Più per affetto che per scelta.

Forse ti perdonerò se prima della partita, potrò nuovamente offrirti il solito Negroni ghiacciato. Vorrà dire che nessuno di noi ti ha perso.

Ciao Giorgio ci mancherai tanto e ti adoriamo per le tue testimonianze umane e giornalistiche.

RICORDIAMO I DUE LIBRI DEDICATI AL BOLOGNA CALCIO

METEORE E COMETE – Gesta e carriere di stelle grandi e piccole che hanno fatto la storia del Bologna. Si dice che non ci siano più le mezze stagioni e che tante cose di una volta che hanno segnato la nostra vita siano scomparse: così anche per il calcio, quello appunto di una volta, giocato da calciatori che indossavano la divisa ufficiale, l’amatissima maglia tanto cara ai tifosi, come fosse una bandiera da difendere, onorare e issare con orgoglio su tutti i campi ove il destino li chiamava a battersi

Nel sonno della passione, nel torpore di una penna, l’autore sci scuote con ferma dolcezza, dandoci una speranza che traspare vivida dai ritratti dei suoi personaggi, reali e concreti. Egli ci offre una speranza, ci dice che non è finita, che sarà dura, ma che non dobbiamo arrenderci, ci dice che dobbiamo risvagliare in noi quell’energia del cuore che alimenta i nostri ideali ed è sostegno della nostra pura passione.

Scritto da dal Prof. Giorgio Montebugnoli – Testimonianza della grandezza del passato rossoblù e di sprone ai nuovi giocatori, Gianluca Pagliuca.

SESSANT’ANNI DI EROI – I 30 grandi del Bologna dal dopoguerra. “I prodi del ’64, papà Vavassori, il Piva, Baggino, Beppino e compagnia cantante. sono certo che l’autore avrebbe voluto citarli tutti, quelli più bravi e quelli meno. Ma questo libro resta una graziosa e preziosa testimonianza, diciamo il sogno di un sogno.” Gianfranco Civolani.

Un insegnante bolognese di diritto viene folgorato nella sua prima adolescenza da Dall’Ara. Si tinteggiano poi con penna veloce e puntuale le figure di miti come Bulgarelli, Haller, Biavati, Mancini, Baggio.

Scritto dal Prof. Giorgio Montebugnoli . La storia di chi ha fatto grande Bologna nel calcio

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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