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In Italia, un tempo il servizio militare era obbligatorio, ma da ormai 10 anni è stato, definitivamente, abolito. Fino a una decina di anni fa, però, c’era chi, dopo aver compiuto i 18 anni e finiti gli studi, si arruolava per servire la patria, oppure sceglieva il servizio civile (molto più gettonato di quello di leva), in cui invece di prestare un anno della propria esistenza all’ esercito, si servirà la propria comunità. Qualche mese fa si è parlato molto di un clamoroso ritorno del servizio di leva obbligatorio che sarebbe dovuto durare ben 18 mesi, ma alla fine si è scoperta essere solo l’ ennesima bufala che girava sul web. Ma se il servizio di leva ritornasse obbligatorio? Sarebbe un bene o un male per i nostri giovani? Ora l’ esercito è composto, quasi esclusivamente, da soldati professionisti e non più da giovani provenienti dalla leva obbligatoria e quindi fare il soldato è diventato un vero e proprio lavoro in cui fare carriera. Tanto tempo fa, invece, le cose erano molto diverse. La leva era considerata una palestra di vita, in cui crescere e diventare un uomo. Si imparava il rispetto per l’ altro, la disciplina e a non mollare mai. Insomma, si rigava dritto. Molti ragazzi cercavano di rimandare il più possibile l’ appuntamento con l’ esercito, iscrivendosi all’Università ad esempio, ma c’erano anche altri individui che venivano riformati, a causa di difetti fisici. C’era poi chi (i cosiddetti figli dei fiori), che non credeva nelle armi, e si facevano volentieri anni e anni di galera per renitenza alla leva. Con il servizio civile, si è voluto dare ai nostri giovani una valida alternativa. Gli obiettori di coscienza (così chiamati per la loro scelta), sono riusciti, così, a evitare la galera, rendendosi, comunque, utili alla loro città, aiutando gli anziani e i bisognosi. Le nuove generazioni sono sempre più condizionate, in ogni loro mossa, dalla tecnologia. Forse un anno nell’ esercito, per imparare a vivere, sarebbe la soluzione giusta per la loro formazione. Le famiglie di oggi fanno sempre più fatica a tenere a bada i propri figli e con gli insegnati le cose non vanno certo meglio. Ragazzi che si rendono protagonisti di atti di bullismo contro i loro compagni. Ragazzi che rubano per comprarsi vestiti firmati e l’ ultimo modello di Iphone. Ragazzi che, invece, di andare a scuola preferiscono andre a zonzo per le città, distruggendo tutto quello che trovano. E questo che vogliamo per i nostri figli? Imparare ad accettare e a rispettare l’ autorità sarebbe il primo passo per trasformare questi giovani in veri uomini che, un giorno, saranno chiamati a guidare questo paese. Nell’ esercito, i giovani imparerebbero a camminare con le proprie gambe, a badare a se stessi e agli altri, ragionando e lavorando insieme per raggiungere un obiettivo comune. Tutto questo sta accadendo nella società civile? Assolutamente no, è perchè non sta accadendo? Perchè nessuno, a cominciare dai genitori fino agli educatori, è capace di insegnare con severità, il rispetto per gli altri e per le regole. Se non cominciamo ad usare un po’ più il bastone e un po’ meno la carota, continueremo ad allevare, senza sosta, un branco di delinquenti e buoni a nulla.

Editorialista Nicola Luccarelli – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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