George Pell, cardinale australiano e prefetto degli Affari economici del Vaticano, ha ammesso che la chiesa cattolica ha commesso nei secoli “enormi errori” consentendo che migliaia di bambini fossero abusati e molestati da preti.
La sua testimonianza è arrivata attraverso una videoconferenza, dove ha anche riconosciuto che troppe denunce arrivate da fonti credibili sono state spesso respinte “in scandalose circostanze”.
“La Chiesa cattolica – ha aggiunto – ha commesso enormi errori e sta lavorando per rimediare ad essi. Ma la Chiesa in molti luoghi, di certo in Australia, ha rovinato le cose, ha deluso la gente” e ha sottolineato: “Non sono qui per difendere l’indifendibile”.
Ieri, in una sala conferenze dell’Hotel Quirinale a Roma è iniziata l’udienza in cui è stato chiamato a testimoniare in videoconferenza con l’Australia il cardinale George Pell, davanti alla Commissione d’inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali sui minori.
Alla deposizione hanno assistito di persona 14 vittime e i loro sostenitori, il cui viaggio è finanziato da una raccolta fondi che ha superato i 130 mila euro.
“Abbiamo bisogno che il Vaticano si alzi e si assuma la sua responsabilità, invece di nascondersi dietro ai procedimenti legali, e ci aiuti a sanare il futuro”, ha dichiarato David Ridsdale, una delle vittime, entrando nell’hotel. “Non vogliamo che ci siano altri sopravvissuti, vogliamo essere gli ultimi, questo è il nostro messaggio”, ha aggiunto.
A Sydney, intanto, un gruppo di dimostranti si è raccolto fuori dalla stanza in cui l’udienza si svolge, con cartelli con scritte come “Pell vai all’inferno” e “Papa licenzia Pell subito”. In passato, nel corso di altre udienze, Pell era stato nominato più volte da vittime di pedofilia, secondo le quali avrebbe ignorato e anche coperto per decenni abusi commessi da sacerdoti, permettendone il trasferimento da una parrocchia all’altra. Asserzioni che Pell ha sempre respinto.