Sono i giorni in cui siamo “presi” dal Campionato d’Europa, dalle belle prestazioni degli azzurri di Mancini, ma sono anche giorni in cui il calcio ha il mercato da portare avanti, pur se ufficialmente bisogna aspettare luglio.

Le trattative intanto si intrecciano, fanno scrivere (noi) e sognare (i tifosi), pur se poco o nulla è in realtà ancora andato in porto …. ecco, appunto, poco, che magari ha il cognome di Donnarumma e quello di Calhanoglu, i due ex milanisti partiti a parametro zero con destinazione PSG, il primo e, clamorosamente, Inter il secondo.

Nelle due vicende la parte fondamentale l’hanno fatta i soldi, quelli che il Milan non aveva, o ha deciso di non spendere, per il rinnovo delle due figure probabilmente più importanti della propria rosa; se abbiano sbagliato o meno, i dirigenti rossoneri, ce lo dirà il campo, ce lo diranno le prestazioni dei sostituti, Maignan per la porta e chi arriverà a prendere il posto del trequartista turco.

Di sicuro in pochi hanno dato torto ai rossoneri nella vicenda di Gigio, magari anche perché il portiere francese è stato ufficializzato con perfetto tempismo, certamente perché l’esosità del manager, del ragazzo (e del suo enturage), sono parse andare oltre canoni e situazioni attuali.
I soldi sono stati anche la chiave dell’addio a Calha, pur con un bel pacco di milioni di differenza, anche se tra domanda ed offerta pareva esserci un torrente più che un mare; al Milan però hanno deciso una linea e da quella non hanno derogato, forse con il rammarico di aver sbagliato un tantino i tempi relativi a rinnovi “pesanti” che non sono andati in porto.

Certamente l’approdo “veloce” di Calhanoglu all’Inter, è invece notizia parecchio inattesa, pur se comprensibile dopo la perdita di Eriksen e la necessità di trovare un sostituto di qualità ma dal cartellino …. gratuito, visto che le casse nerazzurre “piangono” parecchio (non da sole però); in realtà i nerazzurri risparmiano persino un paio di milioni e mezzo (netti) nel cambio e se poi anche in campo il turco si dimostrerà acquisto azzeccato ….
Ecco, questo è il dilemma, come direbbe il buon Shakespeare, perché avere ragione adesso è ciò che dicono la maggior parte degli addetti ai lavori, e dei tifosi, ma se le cose non andassero nei modi sperati, per il Diavolo prossimo? Beh, questo è un altro paio di …. mutande …. e stare preparati va bene anche in anticipo, si può stare certi che chi oggi inneggia alla fermezza rossonera, domani lancerà strali senza pietà e, soprattutto, senza memoria!
D’altra parte è un mercato senza soldi, e leggere di decine di milioni disponibili per questo o quell’acquisto è come stare nello stanzino dove la “banda degli onesti” stampava cartamoneta falsa, perché altrimenti sti giocatori chi li paga, e con cosa, cartolarizzando i debiti?
Intanto “godiamoci” le vicende delle panchine nostrane, visto che qui i cambiamenti ci sono stati eccome e …. non sono per nulla finiti e mica perché ci siano ancora panche libere ….

Mourinho alla Roma ha dato il là ad un bel po’ di stravolgimenti, compresi alcuni di cui si è parlato per mesi ed avveratisi proprio quando tutto sembrava evaporato …. Conte, Pirlo, Simone Inzaghi, Sarri, ma anche Ranieri, Juric, De Zerbi e, fiato alle trombe, l’affare Fiorentina-Gattuso, con cui si è consumato più inchiostro di quanto sia l’acqua che scorre nell’Arno.

Anche in questo caso, chi ha ragione e chi torto? E se, alla fine di tutto, ragioni e torti andassero equamente divisi tra le parti? Perché se la colpa non è di Mendes, Ringhio era davvero convinto di andare a Firenze, o è stata solo una scelta troppo di pancia, e troppo veloce, dopo aver mal digerito il “purgante” ADL?
E i dirigenti viola hanno parlato con Gattuso nel medesimo modo in cui poi hanno deciso le mosse di mercato? Perché è certamente vero che sia più facile sedersi su una panca di una formazione che da un po’ lotta per salvarsi, rispetto a chi ha vinto lo Scudetto, però è anche vero che un conto sono le promesse ed un altro i fatti.

Insomma, sembrava un “matrimonio” tra gente che mal si sopportava già prima di promettersi e non sempre …. finisce che …. chi disprezza ama, come dice il proverbio.
Chiuderei con l’enigma di casa Juve, ovvero: cosa deciderà CR7? Resta o se ne va? Tanto il portoghese decide lui cosa fare e dove andare, ed anche qui cosa sarebbe il meglio per la Juve? Di sicuro non si può pensare di incassare la cifra che sistema il bilancio (ma lì il discorso è troppo lungo …. ed io sono di parte, come diceva qualcuno ….), ma anche rinunciare alle reti dell’asso portoghese mica è uno scherzo!

CR7 certo non divide, ma fa comunque nascere tantissime discussioni, perché segna tanto, ma non è uomo squadra, risolve tanti problemi di reti, ma sarebbe scorretto dire che non ne crea relativamente al gioco ed al resto della formazione. Vero è, probabilmente, che con o senza di lui la strada da intraprendere non è semplice, perché sia in un caso (partenza), che nell’altro (conferma della permanenza), alla Juve dovranno cambiare tante cose, o se preferite, tanti giocatori, perché quella attuale è una Juve che difficilmente potrà ripetere i fasti passati.
CR7 o non CR7? E Dybala che farà? Anche lui, mai rivelatosi davvero l’uomo squadra tanto atteso, vale un rinnovo esagerato o è meglio cercare di monetizzare, anche se in colpevole ritardo?
Stiamo alla finestra e vedremo che succede, tanto di tempo ne abbiamo …. e pure tanta pazienza …. soldi no, di quelli manco l’ombra, ma siamo in buona compagnia …. eheheheheheh.

Il Direttore Maurizio Vigliani – Foto Corriere dello sport

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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