Sono 56 anni di lunga passione!

Non è una semplice storia, quella del Cesena, ma addirittura una enciclopedia della Romagna. Non si tratta di presunzione sia chiaro, ma piuttosto di sottile autoironia.

La lettura su quanto hanno fatto i bianconeri è godibilissima, offre attraverso finestrelle aperte sul tempo tutta una serie di personaggi, di fatti, di dati che non sono mai meramente statistici.  Lo stile del Conte Rognoni, il suo linguaggio come quello di Dino Manuzzi richiamano all’immaginazione i dipinti “naif”, Bozzetti tratteggiati con voluta modestia e semplicità, ma nel contempo con un’arguzia spesso maliziosa. Ogni calciatore che è passato sulla terra di Romagna se ne è innamorato e volte ci è rimasto per sempre come il campione Pierluigi Cera.

Si tratta di orgoglio, di attaccamento, di sentirsi come cantori delle vicende  sportive e pedatorie di una città come Cesena che è cresciuta e si è fatta amare in serie A.

Ricordo ancora quando l’amico Augusto Costantini mi ha pregato di fare una sorta di presentazione di un libro dal titolo: Dalla Barlèda a Magdeburgo, ne sono rimasto lusingato  per un verso e spaventato per un altro. Poi leggendo l’antologia mi sono sentito così gradevolmente immerso  nell’atmosfera paesana delle primissime pagine, dove emerge quella specie di epos calcistico degli Anni Venti, da superare ogni e perplessità.

Per questo ho sempre detto, sostenuto, parlandone anche con Edmeo Lugaresi, che a Cesena si fanno i miracoli; solo a pensare al conseguimento del posto in Coppa UEFA, celebrato e lodato da tutti.

Ancora oggi, con l’ingresso di una nuova società americana, la tentazione del trionfalismo spicciolo per un grande balzo in avanti è forte.

Senza dimenticare che in ambito regionale il Cesena si sente ancora più in alto del Rimini del Forlì e del Ravenna. Prima tra le romagnole, insomma.

Come in tutte le cose ci vuole sensibilità e fiuto per arrivare a 56 ancora così belli e impossibili!

A cura di Bruno Pizzul – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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