POCHE IDEE E CONFUSE

Pareggiare in casa contro l’ultima in classifica può essere giustificato in un momento di grande difficoltà, poteva esserlo nella passata stagione, quando il Covid aveva preso “d’assalto” la rosa bianconera, ma oggi?

Parlare di lunga sosta a scusante sarebbe puerile, dato che l’intero lotto della Serie C ha riposato per un mese ed eventualmente la gestione avrebbe dovuto favorire i calciatori più esperti e, teoricamente, più bravi a gestirsi.
Invece al Cesena visto alla ripresa, sono mancati soprattutto colore che dovrebbero fare la differenza, saper prendere per mano i compagni più giovani, dettare il gioco, da allenatori in campo.

Tre partite consecutive in casa dovrebbero favorire la rincorsa alle capoliste ed invece dopo la prima sono le inseguitrici dei bianconeri ad aver accorciato le distanze.
Dopo il pessimo saluto al 2021, ci si attendeva ben altro da Nardi e compagni, al di là del risultato, mentre invece si è addirittura corso il rischio di incorrere in un nuovo capitombolo casalingo.
Ormai lo abbiamo capito, per questo Cesena giocare in casa non è la cosa ottimale, specie quando si riesce sì a costruire, e non sempre succede comunque, ma poi sono le conclusioni in porta a diventare il tallone d’Achille.
Il cambio di proprietà non può aver scombussolato i calciatori, in campo non andavano Patrignani e compagni, così come non ci vanno gli americani, e non pare essere causa di problemi il mercato.

Qualcuno è partito o partirà, altri ne prenderanno il posto ma, nomi fatti dai giornali a parte, sino ad ora non è che ci siano stati movimenti clamorosi, quindi non può essere il mercato motivo di angustie per chicchessia.
Possibile invece che la combinazione di una condizione non al top e un tantino di sottovalutazione, anche inconscia, dell’avversaria, abbiano inciso sul pareggio a reti bianche contro una Viterbese che è vero ha usato il miglior italico repertorio di perdite di tempo, ma ha creato occasioni ben oltre un valore non certo eccelso.
Pensare alla promozione diretta non è ormai più nelle corde e nelle speranze di un Cesena che da dicembre è andato in calando di condizione; però il terzo posto è posizione da difendere con le unghie ed i denti.

È necessario che la squadra ritrovi le proprie peculiarità, tornando anche (a modesto parere dello scrivano) a credere maggiormente in sé stessa e, soprattutto, nel fatto che il terzo posto non sia un ripiego ma un traguardo fondamentale per rincorrere la promozione.
Oggettivamente ci sono formazioni più forti, migliori e maggiormente attrezzate del Cesena, ma siamo in C e nulla è scritto, a patto di essere i primi a crederci.
L’arrivo degli americani, di per sé non cambia nulla, non è la nuova proprietà ad incidere fondamentalmente nel prosieguo della stagione, a meno che non compri Messi o Ronaldo, e chissà se uno dei due “garantirebbe” davvero il successo finale ….

Scherzi a parte, non c’è nulla di peggio che pensare ad uno stravolgimento in positivo solo perché cambia il padrone, sceicchi a parte (forse) e non mi pare che i nuovi arrivati lo siano, ma aspetto eventualmente contentissimo di sbagliarmi.
Invece spero che la squadra, e non solo, torni all’umiltà, ai piedi per terra, con convinzione e senza isterismi, lasciando a se stesso chi alimenta polemiche inutili e dannose, quanto sterili.

Il Cesena ha il compito di rafforzare la propria struttura, un anno in più o in meno non cambiano la storia né la vita di nessuno e quindi avanti a testa alta e con la dignità dei forti, degli umili e se qualcuno non sa cosa significa, prenda in mano un vocabolario e vada a studiare un po’di storia, quella di Dino, di Edmeo e chissà che finalmente impari qualcosa.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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