AMEN, APPLAUSI … e i risultati che non arrivano più…!

Il Legnago è la fine dei sogni e l’inizio degli incubi? Lo 0-3 incassato è assolutamente pesante, specie sotto l’aspetto psicologico, importante sempre e figurarsi in questo momento di difficoltà fisica e relativamente al numero dei disponibili, sempre troppo pochi non solo per i cambi in corso di gioco, ma anche quelli da una partita all’altra, oltretutto considerando che si gioca ogni tre giorni!

Non mi aspettavo una sconfitta oggi, ma non sono poi così stupito, anche se …. da settimane vado scrivendo che troppi fattori hanno “giocato” contro il Cesena nelle ultime settimane; il Covid ma non solo e se qualcuno pensa siano scuse, è padronissimo di pensare ciò che vuole, così come è padronissimo di pensare che Viali non va bene per la panchina cesenate, non è all’altezza il DS e neppure i Soci ….

Io voglio fare solo una considerazione spiccia, partendo dal 2015, da quando cioè faccio parte della realtà del giornale; sono arrivato che sulla panchina bianconera sedeva Di Carlo, era Serie A che però …. stava scappando, ed a poco era servito “re Bisoli”, giubilato quando non si era ancora arrivati a metà di una stagione che avrebbe scritto l’ultima apparizione nel massimo campionato.

La stagione successiva ecco Drago, non un maestro e neppure un professore, ma capace di portare il Cavalluccio ai play off, durati poco, è vero, ma la forza era questa, inutile far parlare sempre la pancia invece del cervello; poi dopo un mercato “a vendere” i risultati portano a sostituire il mister (anche grazie alla spinta di qualche collega “nostalgico”) con Camplone, che chissà quanto ha davvero soddisfatto, al di là dello scrivere dopo tre giorni che “si è vista la mano dell’allenatore”, manco avesse usato il pennello per fare la formazione ….

La salvezza in qualche modo comunque arriva, nonostante lo scricchiolio societario, i buchi paurosi di bilancio, le plusvalenze tra cavallo e “pandoro” che finiscono sotto la lente della giustizia sportiva e Camplone naufraga, all’isola dei “penosi”, sostituito a sua volta da un altro dei “re” cesenati, Fabrizio Castori, una minestra riscaldata (male) che porta la salvezza come fosse Mosè davanti al mare ….

Ho visto qualche partita in trasferta del Cesena castoriano e sarà che il mister non è tra i miei di “amori”, ma ho sempre preso più freddo rispetto a quello che era lo spettacolo offerto, ma ripeto, sono di parte, anzi di “poca” parte e sarei presuntuoso se dicessi che, visto il livello di quella B, il Cesena sarei riuscito a salvarlo anche io… In ogni caso la salvezza è servita meno dei debiti ed è stato FALLIMENTO, Serie D e …. Martorano, con promozione immediata, faticosa ma immediata, cosa non successa ad altre illustri decadute polverizzate dai debiti e rinati con alle spalle imprenditori con il portafogli pieno ma che quanto a capacità e conoscenza calcistica ….
Intanto erano sempre mugugni, sia su chi c’era che su chi arrivava, perché Angelini non andava bene (sempre a qualcuno) e Modesto allora? in campo era per lo più un pianto, ma ce se ne accorgeva poco dato che allo stadio eri più portato a seguire le sceneggiate dell’allenatore che le giocate “modeste” assai dei suoi calciatori, specie di chi si era portato da Rende ed il cui “rendimento” era da …. modestiadi.

Poi Viali ed il Covid, il Campionato sospeso e la salvezza, con una nuova rivoluzione, qualche addio anche stupefacente, qualcun altro “forzato, poco tempo per prepararsi ed un avvio da brividi, i mugugni, gli articoli da tregenda e poi l’impennata, le vittorie, la scalata in classifica che, al solito, bastano tre successi consecutivi che Cesena sembra la fotocopia della Torino granata, dalle stalle alle stelle, e viceversa, come oggi, che la squadra ha perso l’abbrivio dei risultati, della fiducia, della condizione fisica e, perché no, anche di quella fortuna che a volte è sufficiente per trasformare una sofferenza in una vittoria.

Il Cesena è, ad un certo punto, andato oltre le proprie forze, quelle che oggi non ci sono più e non basta l’impegno per vincere, per fare punti, per continuare a sognare …. Amen, pazienza, ma questo Cesena merita solo tanti applausi e se c’é una cosa da evitare è …. una nuova rivoluzione a fine stagione!
Nel recente passato, quando mi occupavo di Toro, ho spesso scritto che il Presidente doveva tapparsi le orecchie, evitare di sentire i soloni capaci (dopo) di vincere lo Scudetto persino e prendere le proprie decisioni da solo, anche sbagliando, ma senza farsi condizionare da nessuno, meno che mai dai tifosi e, ancor meno, dai giornalai innamorati, che sono anche più deleteri!

I Dirigenti cesenati facciano le loro considerazioni, i loro conti, decidano in accordo con Viali se il cammino può continuare insieme, oppure cerchino un allenatore che sappia lavorare senza voli pindarici, facendo crescere i giovani e che una settimana si e l’altra no non vada a cercare scuse, parli di carattere che c’è e poi manca, tanto i soldi sono quelli che sono e in categorie come la C si vince più con le idee ed il lavoro che con il denaro.

Io che sono un matto e vado spesso controcorrente, il Cesena lo applaudo di cuore e lo ringrazio, tutto insieme, perché nel bene come nel male ci ho sempre visto l’impegno, la voglia di lavorare e di provarci, a volte riuscendoci ed altre no, facendo cose buone ed errori, quelli che tutti fanno, in panchina come in campo; il resto sono chiacchiere, fuffa che non fa punti ma semmai crea solo del casino, quello che evidentemente piace a qualcuno, per fortuna non a tutti.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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