FIATO CORTO – FIATO LUNGO
Che il calcio sia strano non lo scopriamo certo ora e perciò non ci stupiamo che in cinque giorni il Cesena passi da una sconfitta casalinga del tutto meritata per la pochezza vista in campo, ad una vittoria in trasferta, per giunta in casa di una delle favorite del Torneo, giocando una buona partita.

Vincere a Perugia dopo il nulla contro la Triestina era nelle speranze tifose, molto meno nelle aspettative reali e non solo per chi si andava a visitare; però la realtà è che, senza tifo, conti poco dove si gioca, il fattore campo si annulla o quasi e non fosse per la conoscenza degli spogliatoi casa o fuori sarebbe del tutto identico. Per questo non mi stupisce la vittoria perugina.

Questa è una stagione anomala, la “vera” stagione anomala, dopo l’interruzione della precedente quando ancora molto era in ballo per quasi tutti; giocare in stadi vuoti è una novità per tutte le formazioni e c’è la paura del Covid, nuovamente in crescita e qui non girano i milioni ed i milionari del grande calcio. Non mi stupiscono i risultati, non solo cesenati, ed il fatto che dopo i recuperi potrebbero non esserci formazioni a punteggio pieno, il tutto dopo sole tre giornate; mi aspetto una stagione di prestazioni alterne. Non so dove potrà finire il Cesena, in classifica, al di là della speranza che possa saper approfittare delle circostanze particolari, cosa non facile visti i giovani in rosa, ma possibile perché non mancano ragazzi di spessore, magari da indirizzare per la giusta via.

Quattro punti, tutti raccolti in trasferta, sono un bottino che si potevano ritenere logici in partenza, anche se magari distribuiti diversamente e questi punti ed il modo di conquistarli mi fa ritornare a quanto sopra scritto; nella situazione che viviamo il fattore campo è quasi inesistente e la differenza è una questione mentale, d’abitudine, quella che ti fa scendere in campo con meno patemi quando non devi “fare” la partita, ma puoi agire di rimessa.

Ho l’impressione (se ho torto lo diranno le prossime giornate) che l’assenza di pubblico possa, a volte, rivelarsi un vantaggio fuori casa, anche per chi arriva al Manuzzi-Orogel e non si trova davanti il muro della curva, quel tifo che pochi in categoria possono vantare uguale, quello che per il Cesena è il dodicesimo uomo… Non sono un conoscitore della Serie C, ma andare a Vercelli, Novara, seguendo il Cesena in trasferta, mi ha fatto capire quanta differenza ci sia tra le varie formazioni, quanto il calore del pubblico è determinante; qualche stagione fa, a Novara, in una giornata freddissima, c’erano sugli spalti più cesenati che novaresi e questo credo possa contare eccome.

L’anomalia è oggi, spalti vuoti, le urla del campo che si sentono fuori dallo stadio, tutte cose che contano a volte in bene ed altre …. meno; Perugia, ma anche la Triestina, hanno detto questo e per domenica spero che si torni alla normalità, anche solo virtuale, perché contro il Feralpisalò occorre confermare quanto di buono si è visto a Perugia, a costo di far finta di giocare sulle rive del Garda.

Cinque giorni fa era giusto criticare, oggi è giusto parlare diversamente, di tutti, a partire da Viali, un mister distante da chi lo ha preceduto (sono curioso di andare a Vercelli appena possibile per vedere se le sceneggiate sono sempre le stesse….), ma a mio parere con maggiore capacità gestionale; iniziare una stagione con il mercato aperto penso non sia facile, c’è gente che va ed altra che viene, alla faccia di un gioco da impostare, una preparazione tutta da fare…
Per questo è giusto dare a Viali ed ai suoi ragazzi un po’ di tempo, prima di criticare o lasciarsi andare a voli pindarici; sempre considerando quali sono gli obiettivi finali, perché si parte per una salvezza tranquilla o con l’intento della promozione?

I soldi? Sono importanti, ma sono davvero tutto in un campionato dove non è che girino milioni? Ho l’idea che la competenza sia più importante dei soldi, con le incognite che il calcio ha insite in se, un mondo che non è scienza anche se qualcuno si crede Einstein e dove l’unica cosa che in realtà conta è mandare il pallone dentro la rete avversaria almeno una volta in più di chi affronti, alla faccia di schemi e moduli, magari spiegati da “professori” che ne conoscono uno solo! Cesena-Feralpisalò è solo una partita di calcio non un’equazione matematica e va affrontata con leggerezza, perché non è l’ultima spiaggia, ma solo la quarta puntata di una fiction che durerà, speriamo, mesi; il cui risultato sarà importante come quello di altre partite, ma non determinerà un bel nulla nell’economia del campionato, perché ci sarà tempo per tutto, dalle illusioni al correre ai ripari.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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