DOPO IL BRODINO DI RIMINI COSA RIMANE

Si dice che un punto muove la classifica, e su questo non c’è da discutere, ma bisogna sempre vedere come arriva e con chi, questo benedetto punto, perché fosse arrivato a Vicenza, ma pure contro la Sambenedettese, sarebbe stato un punto d’oro, mentre quello conquistato sul campo di patate di Rimini non può che essere un punto di rimpianto, perché sinceramente non trovo altro modo per definirlo.
Certo, non si è perso (e ci mancherebbe!!!!!), ma davvero si può essere soddisfatti di un 1-1 in superiorità numerica per più di un’ora e contro una formazione tecnicamente inferiore?
E’ una banalità, ma per vincere bisogna provarci, bisogna TIRARE IN PORTA, ed il Cesena a Rimini quante volte ha tirato in porta?
Oltre a questo, per vincere bisogna fare meno errori, evitando di regalare letteralmente il gol del pareggio, unica conclusione in porta del Rimini, tanto che Agliardi avrebbe tranquillamente potuto portarsi sdraio, piadina e magari una bella birra fresca.

Il Cesena a Rimini butta due punti preziosi, ma quello che preoccupa è, a mio modestissimo parere, l’incapacità di gestire il vantaggio, unita ad un secondo tempo che, al solito, vede la squadra preda del nulla, con cambi che mai danno una scossa e variano un tema più piatto del Tavoliere delle Puglie!
Questa volta, almeno, il Conte De Feudis è stato mandato in campo e, senza strafare, ha gestito i momenti di nebbia che immancabili calano nella testa di qualche compagno; si sono così evitati gli sbandamenti di reparto che tanto cari sono costati sin qui, anche se poi il gol avversario è comunque arrivato da un errore tanto clamoroso quanto inimmaginabile da parte dei compagni. che hanno il compito di vigilare al meglio la linea difensiva.

Quanto a Francesco Modesto, credo che basti l’ammonizione beccata al ‘48 della ripresa, per ritenere che il mister non sia, in questo momento, al meglio delle sue possibilità e capacità; probabilmente al Cesena serviva un allenatore più esperto, perché aver fatto bene a Rende, per una stagione, non significa essere bravi, o meglio, in grado di gestire al meglio qualsiasi squadra su qualsiasi piazza.
Cesena non è Rende, con tutto il rispetto, qui si pretende, qui c’è un seguito che mette comunque pressione, qui c’è un passato che, per quanto alla fin fine non conti nulla sul campo, non può essere dimenticato e neppure azzerato; a Cesena (ma succede dappertutto, e lasciatelo dire a me che a Torino parla del Grande Torino anche chi ne ha solo letto e mai l’ha ovviamente visto) bisogna essere in grado di caricarsi tutto sulle spalle rimanendo però lucidi e tranquilli, ovvero l’esatto opposto del “tarantolato” mister, focoso sin che si vuole, ma spesso preda del proprio carattere.

Sinceramente mi pare che Modesto sia ancora troppo “acerbo” per una piazza come Cesena, gli manchi esperienza, anche se poi lo si può mettere in discussione e magari non fargli mangiare il panettone, ma spero vivamente non a fronte di certi ritorni che, lo dico andando contro il parere di molti, anche quello del mio editore, se la seconda volta sapevano di minestra riscaldata, la terza la minestra sarebbe ormai rancida.
Aggrapparsi al passato può essere, a volte, la soluzione più facile, ma ci sono dei limiti, oggettivi, per tutti, anche per coloro che ci sono nel cuore per un passato, bello, che però è sempre più lontano e va perdendosi nelle nebbie di un presente che, mi pare, dovrebbe sollevare molti dubbi; detto fuori dai denti e facendo nomi e cognomi, davvero Castori potrebbe essere la panacea per questo Cesena?
Forse quello di quindici anni fa si, ma il Castori di oggi?

Allora, forse, ci fosse qualche soldino in più non sarebbe meglio puntare su Rino Gattuso tanto per fare un nome qualunque, oggi a spasso…
Per Modesto la vita non è facile, la Società dovrebbe aiutarlo, anche perché non si è scelto da solo, e dalla sua dovrebbe cercare di imporsi una maggiore calma, che poi si tradurrebbe in lucidità nel leggere la partita o perlomeno nello riuscire a rispondere ai cambi tattici degli allenatori avversari, cosa che non si è vista a Vicenza e neppure nel derby di Rimini.
Il Sudtirol, in arrivo mercoledì pomeriggio, è una brutta gatta da pelare, ma anche i gatti possono essere messi in gabbia, bisogna però usare la testa, il raziocinio, sperando di averli.
Qualunque sia la formazione che scenderà in campo in un orario insolito… e non condivisibile…

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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