Il mago e chiaroveggente Merlino è per antonomasia uno dei personaggi centrali del ciclo bretone e delle leggende arturiane. Fu lui l’artefice della Tavola Rotonda: grazie a un suo incantesimo, Uther Pendragon giacque con Igraine e così fu concepito Re Artù. Fu ancora lui ad allevare Artù e condurlo fino all’ascesa al trono.
Sua allieva, ma rivale fu Morgana, inquieta e gelosa delle sue profezie magiche.

Merlino infatti ha sempre avuto un’immagine di calcolatore, di imperscrutabile, talvolta persino diabolico di come comporre le porzioni miracolose.
Insomma una favola che i bambini amano in modo viscerale, ma che noi oggi vogliamo viverla sotto l’aspetto sportivo. Molti si chiederanno in che senso o come si può assimilare una storia fumettistica al nostro calcio romagnolo.

Detto e fatto. Pensiamo a Giuseppe Angelini, a quanto sia stato bravo e capacitario nel fare nascere una squadra composta da calciatori che nemmeno si conoscevano.
Ad un tecnico che dalle ceneri è magicamente riuscito intorno ad un rettangolo verde a costruire un gioco fatto solo per vincere. E approfondiamo con giudizio positivo il suo lavoro svolto fatto di abnegazione, senso del dovere e partecipazione collettiva.

E spendiano anche con sapienza parole di gratitudine per questo allenatore che a meta girone d’andata sembrava essere destinato in mezzo all’ortica…
Se il Cesena è in testa alla classifica con ampio margine nei confronti dalla prossima rivale, il Matelica (che sa di Morgana), gran parte del merito è proprio dell’allenatore che ha saputo tenere a barra diritta il timone anche quando le acque iniziavano ad essere increspate.

E ora…! E ora…, viene il bello, proprio nei giorni della merla, dove il freddo la fa da padrone e il campo è gelato duro.
Ma non importa, il Cesena mercoledì sera metterà ai piedi calzettoni di merinos e scarpini da alpinista per fare sua la partita.

Il pubblico di casa è chiamato con tanto di sciarpe bianconere a sostenere i propri begnamini dal fischio d’inizio, perchè in questi novanta minuti di gioco ci sono in palio tre punti che valgono doppio e che alla lunga potrebbero rappresentare il pendolo di Foucault, ovvero quella prova sperimentale che i bianconeri potrebbero tornare a girare nella terra che conta. Ci riferiamo ai quei campionati più nobili e naturali al dna del cavalluccio, dove giovani studenti del nostro territorio negli anni sono divenuti professionisti e miti per diverse generazioni.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Vittorio Calbucci Archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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