Il Cesena fa tutto da solo accompagnato anche dalla sfortuna. Lascia all’Ancona di Colavitto bravissimo nell’ imitare le movenze dì Totò, tre punti d’oro sul dolce mare ed è costretto a risalire subito la china nella trasferta di Olbia sabato prossimo per non perdere il passo dell’Entella e della Reggiana.

Eppure i bianconeri di Mimmo Toscano ad inizio partita con Ferrante hanno avuto la possibilità di sbloccarla, ma è mancata solo la precisione per infilare a dovere Perucchini. Ma si era capito poi con il proseguire della gara che non sarebbe stato facile oltrepassare la linea difensiva dei marchigiani con uno schieramento a uomo asfissiante, soprattutto dove le colonne De Santi e Mondonico non hanno sbagliato praticamente nulla nelle marcature.

Pure Bianconi, Di Massimo e Moretti sono sempre stati attenti sulle incursioni di Saber, Adamo e Chiarello, tenendo in equilibrio l’incontro a tratti persino gradevole. Il primo tempo scivola via tra un traversone e l’altro sempre respinto da una parte e dall’altra e di vere azioni pericolose non se ne contano.

Nella ripresa la sostanza non cambia. Le due squadre giocano sempre a viso aperto, ma non emerge la supremazia, il gioco diventa falloso e si svolge spesso nel mezzo del campo e così le incursioni veloci sulle fasce diventano solo una pura illusione per i diecimila spettatori. Fino a quando i biancorossi, al quindicesimo con una manovra mitigata trovano con Spagnoli il gol del vantaggio e della vittoria finale.

Il cavalluccio tenta di cavalcare l’onda che porta almeno al pareggio, perché sarebbe meritato, anche dopo le sostituzioni, ma il muro dei marchigiani è alto 24 metri e regge senza scosse telluriche.

Al triplice fischio di Virgilio, in riva al Savio rimane sempre aperta l’opera poetica della promozione, nonostante il Black Friday concesso all’Ancona.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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