Il nevone del 2012, l’accusa di riciclaggio, quella decisamente più pesante per Igor Campedelli, residente in Portogallo, se fallimento del Cesena calcio sarà, avranno sicuramente un’accelerazione da parte della Procura di Forlì e di chi ha la competenza investigativa in tal senso.
Però una cosa è chiara a tutti l’ex presidente del Cesena nato a Gatteo, ne è uscito pulito penalmente dall’accusa di quei 5 milioni di fatture “gonfiate” e dai quattro processi sportivi.

Sulle sue assoluzioni, Igor Campedelli, il 14 settembre del 2014 non solo si sentì sollevato dopo la decisione della giustizia penale, ma con scrupolosità rilasciò dichiarazioni con grande ottimismo, ammettendo di avere fatto il passo più lungo della gamba in alcune decisioni e di aver ceduto nuovamente il Cesena calcio nelle mani di Giorgio Lugaresi dopo la tensione finanziaria dentro il club che ammontava nel 2012, in base alle sue dichiarazioni, a circa 25 milioni di euro dopo la retrocessione nonostante una squadra costruita per rimanere a lungo in serie A.

Se questa fosse la pura realtà di allora, beh! tutto sommato, visto il paracadute della mutualità da parte della Lega di serie A e serie B, i crediti sportivi ancora da incassare e qualche buon affare nello smaltimento parco calciatori, i debiti a bilancio non erano poi così esponenziali da mettere in difficoltà qualsiasi società di calcio… e il Signor Campedelli avrebbe gestito in sei anni con efficienza l’economia dell A.c. Cesena spa senza rubare un euro a conti fatti. A suo vantaggio c’è anche la consapevolezza che il Cesena sotto la sua gestione non ha mai avuto punti di penalizzazione e che il management avrebbe funzionato a dovere.

Però a tal proposito esiste anche un particolare non da poco, quando Campedelli lasciò il timone della barca bianconera nuovamente a Lugaresi conscio di quei debiti, il Cesena era sull’orlo fallimentare con i soci molto preoccupati, le banche e i fornitori che reclamavano a voce alta i loro averi dopo tante e continue forniture, ingiunzioni.

Venne fuori una voce di corridoio che i debiti consolidati ammontavano a circa 50 milioni di euro, ma Campedelli negò in una intervista rilasciata ai colleghi della carta stampata locale e nazionale.

Cosa è accaduto prima e dal quel giorno esatto dalla nuova cessione della società, se oggi l’Agenzia delle Entrate leggendo i bilanci ha scoperchiato la pentola del minestrone trovando un ammontare passivo che rasenta i 73 milioni di euro di deficit complessivo e perchè le grandi imprese di Cesena non si sono più avvicinate al club del cavalluccio per prendersi il pacchetto di maggioranza?

E’ perchè Campedelli dichiarava sempre ai colleghi della stampa che il suo debito gestionale era stato tutto coperto dal valore dei giocatori venduti e presenti nella sua gestione tra i quali Parolo, Benalouane, Sensi, Defrel, Garritano, Caldirola, Rodriguez, oltre ai ragazzi del vivaio?

Come se ne esce da questo fitto labirinto? Quale sarà il futuro del cavalluccio e di chi lo ha gestito?
Interrogativi che non avranno mai una risposta, perchè tutti credono di avere ragione senza pensare ad un pizzico di egoismo, ad una storia straordinaria nata in una borgata, costruita da gente per bene, a quanti nel mondo simpatizzano per i colori bianconeri di Romagna dentro un valzer di apoteosi…

Sarsina non è lontana, dicono che esista un collare per liberarsi dai peccati! Se qualcuno mai li avesse commessi!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Vittorio Calbucci archivio repertorio.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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