Il corteo, l’orgoglio, il morir di calcio a Cesena, mi hanno sfinito per l’emozione. Giuro in modo leale che attaccherei questo articolo al collo del cavalluccio bianconero, affinchè possa rimanere autentico. Mi è bastato un solo fotogramma per farmi arrivare il nodo alla gola e tanta idonea applicazione generosa. Il calcio a Cesena rientra nell’emisfero fatto di sentimenti, come la sua terra che ha sempre più sonorità.

Il tifo bianconero è intatto pieno di gesti passionali come una partita di finale dei mondiali.
L’attacamento della tifoseria al Cesena è costante sempre in crescita e vedere bambini con le loro famiglie riempe il cuore di vero sentimento.

Se qualcuno pensa di rovinare questa palla fatta da geometria generazionale si sbaglia alla grande e dovrà prenderne atto. Questa poesia bianconera si accumola e campeggia sia nell’individuo piccolo, sia in quello grande. Dal lontano 1940 ai tempi dell’Ippodromo, non si è mai disperso letteralmente e non ci riuscirà nemmeno, se mai fosse fissato, un decreto di fallimento totale.

Questa applicazione storicacalcistica, che sta vivendo una sofferenza atroce è la radice della pianta bianconera dove vive il coraggio, l’istinto, la lealtà, non ci sono carogne tra i tifosi; i tifosi sono umanamente parlando i padroni della squadra perchè nelle loro orecchie rombano fatti di coscienza. C’è gente che per anni, nonostante non avesse un lavoro per la crisi economica, si è indebitata per fare l’abbonamento, questo si chiama amore infinito.
Il tifoso, non è retorica, rimane unicamente il punto di ritrovo, di svolta, ha una potenza planetaria, stellare. Sa fare persino spettacolo senza ricevere applausi, anzi li rivolge.

Nessuno scherzi con questi sentimenti e non giochi di rovescio, l’unica sorte che avrebbe quella di essere abbandonato al suo dolore. Nel calcio ci vuole competenza dentro il campo, ma una vera coordinazione senza eguali piena di rispetto per chi stampiglia il proprio none e cognome sulla tessera dei fedelissimi. Ci vuole per guidare una società di calcio istintiva eleganza e apertura mentale, possiamo dire: una visione di gioco superiore. Essere plateali, egoisti non serve si diventa inferiori, piccoli, impotenti.

La scarsa cultura economica-sociale sminuisce le ambizioni e come giocare su di un campo sintetico del piffero… con notevoli sconquassi ereditari… Le cose innaturali diventano esili e si indeboliscono con le contratture, le rotture ai legamenti fino al punto che ti senti piegare il ginocchio e il sangue non scorre più. Ci vuole intelligenza e lucidità quando si comanda una società, una squadra di calcio, quando intorno a questo favoloso sport hai oltre 10 mila tifosi che assomigliano a un panzer e che non mollano mai.

Detto questo, confermo di aver sempre considerato la tifoseria bianconera tra le più grandi in assoluto per amore, rispetto, civiltà e disciplina. Spero mi crediate. Sempre FORZA CESENA!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto amatoriale Facebook

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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