A Gubbio il Cesena dopo due mesi si è lanciato con il paracadute. Se per 60 giorni esatti si è esposto a giocate pericolose, oggi, il suo linguaggio sul campo ha avuto due acuti da vittoria netta. Giusto tributare meriti di sicurezza e omogeneità alla squadra che soprattutto nella parte difensiva non ha sbagliato praticamente nulla. Questa volta propugnare il catenaccio all’inglese ha dato ragione a Modesto e al suo neologismo scolastico calcistico. Non subire per poi colpire di rimessa… alla lunga paga, anche se con un briciolo di sofferenza. L’adunanza al seguito dei bianconeri è tornata ad applaudire nella pungente tana umbra. Squadra e tifosi sono tornati ad essere un’anima gemella come ai tempi di Perugia e Terni.
Dopo qualche solitario entusiasmo, dunque, questa sera la Romagna bianconera può tenere alzato il vessillo fino alla sfida prossima contro il Modena e aprire un battimano all’inizio del prossimo derby. Dopo Rimini, quello più volto al campanile, alla rivalità regionale.

Veniamo alla pratica di gioco. Il vantaggio da calcio di rigore a inizio tempo trasformato da Butic e la superiorità numerica in campo, certamente hanno condizionato la partita, ma i meriti di un Cesena graffiante e con il suo stile non sono da celare; la squadra alla fine ha azzittito i padroni di casa per finezza e classe superiore.
Certo in attacco la formazione del cavalluccio non è ancora da sfilata, da red carpet, ma come hanno sempre sostenuto l’Arrigo, il Trap, Giagnoni prima aggiustiamo la nostra porta, la difesa e poi pensiamo a bombardare l’avversario lateralmente e centralmente. E’, così il Cesena questa sera ha dimostrato di essere un consumato spadaccino evitando di essere messo nell’angolo e a sfuggire abilmente alle trappole del Gubbio che irruente cercava i piedi, le caviglie di De Feudis (anima del gioco) e compagni; tanto e troppo spesso da rendere la gara sempre più gialla per le ammonizioni.

Russini a chiuso definitivamente i giochi poco prima del triplice fischio, a dimostrazione che il giovane dimostra una certa dimestichezza e dialettica con il centrare la porta avversaria; e, il suo curriculum pare essere ricco di brillanti escamotage nel momento clou della sfida. Una carta in più per l’allenatore che ha sempre speso parole di considerazione nei confronti del calciatore. Lasciato aperto uno spiraglio a l’ultimo marcatore del Barbetti, da domani non sarà profezia ritenere che l’attaccante numero 7,ha portato il Cesena a quota 17 in una domenica che segna il 17.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui