Calcisticamente parlando è stato un fine settimana da incubo, sabato sera L’Atalanta martorizza il Torino rifilandogli sette reti, un passivo da record e per giunta in casa, anche se, visto come vanno ultimamente le cose in casa granata, è molto meglio giocare fuori casa, almeno ti fischiano ed insultano i tifosi avversari invece dei tuoi.

Domenica pomeriggio speravo di rifarmi almeno un po’ con il Cesena; avevo visto giocare da poco la Triestina, e pensavo che un moto d’orgoglio romagnolo potesse valere anche solo un punticino, che muovesse la classifica e facesse ritrovare un pizzico di morale e di pace in casa bianconera, e invece…

Altre quattro reti nel sacco e la solita mediocrità, le solite cose cui ormai siamo abituati, i soliti regali; tutto cioè come sempre, senza neppure la fantasia del mister nel proporre cambi che andassero al di là, almeno questi, del prevedibile già visto.

Perché unisco nel mio commento Cesena e Torino? Intanto per la differenza sostanziale che ha accompagnato la nostra estate; mi spiego, il Cesena, promosso dalla Serie D, decide di rivoluzionare la rosa, mentre il Torino, settimo dopo un girone di ritorno fantastico, decide di dare fiducia alla rosa, aggiungendo solo all’ultimo un paio di ordine costose quanto inutili (ed ho i testimoni sul mio pensiero relativo a Verdi e Laxalt).

Volendo, aggiungiamo che il Cesena di nuovo ha anche il mister, uno che allena da poco e quindi ha, di fatto, poca esperienza, proprio come molti componenti della rosa bianconera, mentre al Toro, anche l’allenatore rimane al proprio posto, scafato da mille battaglie e dalle tante piazze, anche piuttosto importanti, frequentate.

Direi che qui possiamo parlare di cosa invece accomuna questa stagione tra Piemonte e Romagna, partendo dell’incapacità di dare continuità alle prestazioni, prima ancora che ai risultati, non sempre conseguenti a ciò che succede in campo.
Cesena e Torino difficilmente sono riuscite a mettere di seguito due, magari tre, prestazioni decenti e vincenti, frutto di gioco, compattezza, raziocinio.

Scherzo, ma un’altra cosa accomuna Cesena e Torino, tanto che si potrebbe cambiare ragione sociale e farle diventare delle Onlus, ovvero la capacità di “resuscitare” chiunque, anche chi sta facendo (mi si perdono il termine) letteralmente schifo!
Chi è ultimo in classifica o arriva da brutte prestazioni e sconfitte, basta che incontri il Torino e rinasce come d’incanto, persino Di Francesco è riuscito a vincere nel mezzo di sette sconfitte, così come i fanalini di coda Lecce e Spal hanno violato il Comunale, dando l’idea fosse arrivato il Real o il Barca! E la lista non finisce mica qui…

Cosa molto simile succede a Cesena, o vogliamo parlare del Fano, magari della Vis Pesaro e di altre pericolanti che dai bianconeri hanno ricevuto “la grazia”?
Magari sarò io che porta sfiga, ma l’anno scorso allora? Non sarà invece che in entrambe le piazze abbiano sbagliato la formula? Chissà se Toro e Cesena hanno ricevuto il “suggerimento” uno dell’altra? Cambiare poco in Romagna e sette/otto pedine in Piemonte era quello che avevano deciso dall’alto, ma poi nell’imbustare le lettere c’è stato un errore e… Il patatrac è bello che servito!

Ribadisco, sto scherzando, ma ho i capelli bianchi, ne ho viste di tutti i colori, però tanti regali gratuiti come quelli di Cesena e Torino di quest’anno fatico a ricordarli.

Cambieranno o potranno almeno migliorare le cose da qui al termine della stagione? Sinceramente non lo so, anche perché ho la sensazione che non tutto fili liscio in campo come fuori, e che anche i rapporti interni centrino molto in quello che sta succedendo.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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