Venerdì sera due giovani fidanzati, lui geometra, lei in attesa dell’esame di Stato per diplomarsi, dopo avere cenato in famiglia, verso le ore 22, hanno preso l’auto e si sono recati alla gelateria Leoni in via Fratelli Bandiera. Dopo il gelato, saranno state le 22.30, si sono incamminati in direzione via Cesare Battisti per recuperare l’auto e rientrare a casa prima del coprifuoco.

Stranamente la via, situata in una zona quasi centrale, era deserta e non molto illuminata. All’improvviso, apparsi quasi dal nulla, si sono diretti verso di loro due giovani, presumibilmente di etnia marocchina, carnagione scura, il primo basso con maglietta bianca Nike, l’altro più alto con felpa scura e berretto scuro, entrambi capelli ricci, tra i 18 e 20 anni.

I due ragazzi si sono avvicinati alla coppia chiedendo con insistenza una sigaretta. Alla risposta ripetuta più volte “non fumiamo” il più piccolo si è frapposto tra la coppia tenendo a bada il ragazzo, mostrandogli un coltello tipo “spadino” della lunghezza di circa 30 centimetri. L’altro si è avvicinato alla ragazza tentando di strapparle la catenina e la borsa.

A quel punto – sfruttando l’effetto sorpresa che ha conciso con l’aggressione verbale e psicologica – mentre il ragazzo era praticamente “bloccato”, la ragazza, che ha visto e sentito sfilare il coltello, temendo una reazione fuori controllo nei confronti del fidanzato, in pochi attimi ha dovuto decidere se reagire dando un calcio al criminale e scappare, mettendo però in pericolo il compagno, oppure urlare a squarciagola. In una manciata di secondi, senza pensare alla paura che la “bloccava” e malgrado non ci fosse nessuno nelle immediate adiacenze, ha deciso di urlare con tutta la voce che aveva in corpo facendo così scappare in direzione giardini di Serravalle i due delinquenti abituali.

Passato il momento cruciale la ragazza è crollata psicologicamente lasciandosi andare in un pianto dirompente e liberatorio. Fortunatamente non è successo niente di grave anche se questi episodi ci devono fare riflettere e sicuramente anche preoccupare. I ragazzi si sono riservati di sporgere denuncia nelle prossime ore. “Si sono rivelati importanti i continui consigli di mio nonno che ha passato una vita intera in polizia” ha dichiarato la studentessa ancora sotto shock. “Non agire mai d’istinto e memorizzare il maggior numero di dettagli sui rapinatori. Ho una buona memoria visiva e ho fatto così. Il mio ragazzo invece ricorda ben poco”. Questa sicuramente non è la Cesena che tutti noi vogliamo. Una città a dimensione d’uomo nella quale anche prendere un gelato o fare una passeggiata in centro è diventato molto, ma molto pericoloso e questo ci deve portare a riflettere.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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